Assai ricco di esibizioni coristiche lo scorso fine settimana, il 23 febbraio con “Notte di note per l’Ucraina” con l’Ensemble Barvy Ukrainy e i Musici Cantori, alla Badia San Lorenzo in piazza Dante a Trento, a cura dell’Associazione EUcraina, nella ricorrenza del secondo anniversario dell’invasione russa. E poi sabato 24 febbraio, nel pomeriggio, con ben sei cori impegnati al teatro dell’Arcivescovile a presentare una raccolta di elaborazioni di canti popolari a cura del maestro Sandro Filippi.
È stata distribuita una pubblicazione, “La lieta novella”, contenente un ricco repertorio di melodie tradizionali elaborate appositamente per coro. Materiale che in parte è stato rinvenuto e rischiava di andare perduto; portandolo alla luce ora lo si valorizza a testimonianza di una tradizione, trentina e no, ricca di spunti e suggestioni che esprimono il valore della storia e delle tradizioni delle genti con la musica che da sempre sa esaltarle in modo sublime.
Per l’esecuzione dei canti scelti sono stati impegnati al teatro dell’Arcivescovile, davanti ad una platea gremita ed attenta, per le voci bianche il “Vogliam cantare” di Trento diretto da Maria Cortelletti; per il femminile il “Coro da camera trentino” di Borgo Valsugana diretto da Giancarlo Comar; per il maschile il “Monte Calisio” di Martignano diretto da Federico Trenti, il San Romedio Anaunia, diretto da Luigi Deromedis, il Cet di Milano con Alessandro Ledda e infine il Coro Filarmonico trentino, diretto dallo stesso Sandro Filippi.
Ogni coro ha cantato tre canzoni. E si è trattato di partiture particolarmente intense e dal forte impatto emotivo, da qualche canto popolare del tempo di Natale, ad altre delle stagioni dell’Amore con la presenza di melodie di tradizione orale inedite o del tutto sconosciute.
“Attingere al repertorio di tradizione orale – ha evidenziato Giuseppe Calliari – significa, per il compositore e armonizzatore Sandro Filippi, rivisitarne le potenzialità per donare alle fonti melodiche e poetiche nuova vita”.
Tramandare le melodie della tradizione orale – salvate, elaborate ed armonizzate – vuol dire semplicemente trasmettere alle nuove generazioni un aspetto rilevante della storia delle genti trentine. Per coltivarne valore poetico e memoria comunitaria. Ed è gran cosa. Un plauso agli organizzatori.
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