È appena uscito il “Rapporto rifiuti urbani 2023” redatto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che presenta i dati relativi all’anno 2022. Trento è citato come il capoluogo dove la tariffa dei rifiuti è la seconda più bassa in assoluto (preceduta solo da Campobasso) e la raccolta differenziata è tra le più alte.
La soglia dell’83% di raccolta differenziata gestita da Dolomiti Ambiente è stata superata stabilmente. La modalità di raccolta porta a porta è attiva su quasi tutto il Comune – fanno eccezione le località turistiche del Monte Bondone e alcune realtà del centro storico, che fanno riferimento alle isole ecologiche – è si è rivelata più competitiva rispetto ad altri sistemi di raccolta.
Il sistema “paga per quello che butti” fa risparmiare sui costi. Nel 2022 il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è stato pari a 192,30 euro/abitante, in diminuzione di 2,20 euro/abitante (nel 2021 era 194,50). Tra le città che presentano i costi minori si rilevano per Campobasso 166,50 euro/abitante, Trento 172,30 euro/abitante e Catanzaro con 174,40 euro/abitante.
Il dato medio rilevato sul campione si attesta a 167,5 euro/abitante per anno. Trento, Cagliari e Potenza, unici capoluoghi di Regione del campione che hanno adottato il sistema di tariffazione puntuale; nello specifico il costo pro-capite è risultato rispettivamente pari a 172,3 euro/abitante per Trento, 296,0 euro/abitante per Cagliari e infine per Potenza 233,1 euro/abitante.
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