Intensa in questi giorni l’offerta teatrale nei centri della provincia.
Dopo la serata al comunale di Tesero, la compagnia Onda-Larsen presenterà la commedia “Una cena d’addio” giovedì 15 febbraio a Lavis e il 16 a San Lorenzo Dorsino. Una giovane coppia, Pierre e Clotilde, si rende conto di passare troppo del proprio tempo a fare cose che non sceglierebbe di fare, ma soprattutto a vedere e frequentare persone che, oggi come oggi, non sceglierebbe più di frequentare. E così decide di darci un taglio: per ognuna delle persone che Pierre e Clotilde vogliono lasciare fuori dalle loro vite organizzeranno una “cena d’addio” per salutare degnamente gli ex amici e lasciare in loro un buon ricordo. Una commedia spassosa, divertente e raffinata, inedita in Italia e tradotta dal francese appositamente per la compagnia. Gli autori sono Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte, già autori di “Le Prenom”, grande successo internazionale sia in teatro che al cinema.
Prosegue in provincia la tournée del fortunato “Pio , andata e ritorno” di e con Andrea Castelli. Lo spettacolo sarà il 16 febbraio a Cembra, il 17 a Vezzano e il 23 a Tione. Il monologo debuttò al vecchio Teatro don Bosco di Pergine il 21 gennaio del 1993. Il viaggio dei due amici nel presepio dell’ex professor Severini, che sono andati a salutare per Natale, ha prodotto quasi cento repliche in tutta la regione ottenendo ovunque un divertito successo. Ora Castelli lo ripropone, snellito e rispolverato assieme agli animali parlanti, causa mutazioni genetiche misteriose, che nel viaggio lo accompagneranno: Helmut, l’elefante tedesco, Seppele il cammello della val Gardena, Rolfi, il cane da guardia e Bruno, l’orso di poche parole. Pio e l’amico Alcide entrano così nel magico mondo del presepe che il loro vecchio professore allestisce ogni anno a Natale. Un viaggio iniziatico dove la meta forse non è l’obiettivo finale, perché è più importante quel che succede durante.
Da segnalare infine nel programma provinciale l’“Otello” con Antonio Bandiera, in scena il 20 febbraio a Mezzolombardo. La prima cosa da dire è che si tratta di una commedia, qualcosa cioè che aspira a divertire. La seconda è che i tre protagonisti della vicenda – Orazio, Anna, Ahmed – sono ragazzi poco più che ventenni. L’intera operazione nasce dal desiderio di guardare la realtà attraverso i loro occhi, occhi di ragazzi che si muovono, per un motivo o per l’altro, tra le macerie del presente.
La terza cosa da dire è che è una storia che parla di teatro, si svolge in un teatro, e addirittura contiene al suo interno frammenti dell’Amleto; ma proprio Shakespeare ci insegna che parlare di teatro non vuol dire altro che parlare della realtà, e guardare ad Amleto non vuol dire altro che guardare all’essere umano.
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