Cosa c'è di più semplice, quotidiano e genuino di una torta di mele? Un nome che evoca profumi dolci e fragranti, profumo di forno, un nome che ci fa tornare alla mente l'immagine di una cucina accogliente, intima, cuore della casa. Ed è proprio nella cucina della nonna che è ambientato “Torta de pomi”, lo spettacolo in dialetto trentino scritto e messo in scena da Massimo Lazzeri, autore e regista, nonché direttore de Il teatro delle quisquilie, che debutterà venerdì 12 e sabato 13 febbraio al Teatro San Marco di Trento.
Con il testo “Torta de pomi” Massimo Lazzeri ha vinto lo scorso anno il primo premio della 19esima edizione del Concorso per autori teatrali promosso dalla Co.F.As.
“Sono stato molto legato alle mie nonne e le loro cucine sono sempre stati luoghi di incontro, dialogo, condivisione – spiega Lazzeri. – Credo che molti abbiano un rapporto speciale con i nonni, perché, avendo alle spalle qualche anno in più, hanno acquisito tranquillità e saggezza”.
La commedia ruota attorno alla preparazione di una torta di mele: il palco si trasformerà in un vero e proprio forno e, in poco più di un'ora e mezza (il tempo di preparazione del dolce), nella cucina di nonna Teresina arriveranno i quattro nipoti, ognuno con le proprie storie, con i propri piccoli e grandi problemi quotidiani: Leonardo frequenta la terza media, ha la lingua lunga e cerca di spiegare alla nonna cos’è internet e come si usa un tablet, Giulia si sta per sposare ma ha molti e fondati dubbi, Giorgio è un ragazzo ombroso e tormentato, sua sorella Valentina, la classica “perfettina”, vuole imparare a preparare torte buone come quelle della nonna: insieme cucinano una torta di mele. Ognuno di loro si confida con una nonna che sa accogliere, ascoltare e consigliare, senza mai giudicare.
“Attorno alla preparazione della torta – prosegue Lazzeri – si chiacchiera, si chiedono e si ricevono consigli, rassicurazioni, sorrisi, abbracci. La vita scorre e in poco più di un’ora e mezzo può succedere di tutto. Ma sempre nella normalità, nella quotidianità. Vengono trattati diversi temi, tutti in modo leggero e scherzoso. La nonna non se ne intende di cose moderne, come internet, ma ha l’esperienza che gioca a suo favore e ha imparato che bisogna prendere la vita come viene, senza misurare e misurarsi troppo. Un po’ come fare una torta: “meio a panza che co la balanza”. La regia è molto semplice e lineare, ho cercato di guidare gli attori verso una recitazione naturale, spontanea, come se tutto stesse effettivamente accadendo: la torta viene preparata davvero, il sipario non viene mai chiuso. Mi piaceva l’idea di coinvolgere anche l’odorato, un senso che in teatro non viene mai stimolato. ”.
E alla fine la torta viene pura mangiata, ma dalla nonna e dai suoi nipoti. Al pubblico non resterà che il profumo.
Sipario venerdì 12 e sabato 13 febbraio alle 20,30 al Teatro San Marco.
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