Una serie di otto film “al femminile” realizzati per TV 2000 sul senso della felicità ai tempi d’oggi
Domenica 24 gennaio, alle 19.15, prende su il via su TV 2000 “Appunti sulla felicità”, una serie di otto docufilm attraverso cui il giovane regista Giuseppe Carrieri spiega che la felicità significa, semplicemente, “essere al mondo”. In ogni puntata il racconto della gioia vissuta in comunità dove questo sentimento sembra essere assente, offeso, impossibile.
La felicità in Sri Lanka è vedere una madre e una figlia che ripuliscono il proprio giardino dalle mine; in Pakistan è entrare in un saloon che offre lavoro alle vittime di attacchi con l’acido; in Malawi è assistere agli spettacoli di musica e teatro che le donne affette da Aids mettono in scena per sfuggire alla paura della malattia.
È gioia l’abito da sposa arrivato dall’Italia per una povera ragazza del Tajikistan, l’ambizione di libera imprenditrice di una donna sotto il burka in Afghanistan, il fermento di un reparto maternità nel campo di rifugiati di Mbera in Mauritania, la partita a cricket che porta in campo le donne vedove, anziane e disoccupate della piccola isola Vanuatu. La felicità rivive nell’entusiasmo degli studenti di un liceo di Scampia, nella periferia di Napoli, per un laboratorio di cinema.
Attraverso la meraviglia del paesaggio femminile, la felicità si dichiarerà nel suo stupore, attraverso otto chiavi di lettura, otto sue distinte modalità di apparizione, ma non si fornirà alcun manuale o guida per possibili indicazioni terapeutiche. La felicità non s’insegna né si vede. Quest’atlante di sorrisi insperati è solo una proposta di riflessione per i popoli di tutta la terra, per intendere davvero che in fondo le nostre vite, nel bene e nel male, sono uniche e irripetibili.
Nella prima puntata, in onda domenica 24 gennaio, le telecamere arrivano nel Tajikistan, in un antico e remoto villaggio di contadini, dove una giovane promessa sposa non ha modo di convolare a nozze per gli alti costi della cerimonia, e in particolar modo, dell’abito. Dall’Italia un vestito bianco si metterà in viaggio per lei, e da una chiesa a una moschea, un volo traccerà la storia di un sogno d’amore che unisce popoli e cuori.
L'ultima puntata ci porta invece in Italia, in una scuola liceale di Napoli, nel quartiere di Scampia, mette alla prova giovanissimi studenti con l’esercizio del cinema. È una terapia contro l’abbandono scolastico, in una delle aree italiane a maggior rischio, dove professori e dirigenti costruiscono nuove tecniche di dialogo per rianimare il vero senso formativo di cattedre e lavagne. Tra piccoli racconti poetici e riprese delicate di una Napoli rivissuta attraverso occhi giovani, l’esperimento finirà per essere una dichiarazione d’amore non solo per una città, ma per il proprio sogno di una vita diversa.
Il regista Giuseppe Carrieri è nato a Napoli 30 anni fa, ha studiato allo IULM di Milano e il suo più recente documentario “In Utero Srebrenica” (2013) racconta il dolore delle madri bosniache che continuano a cercare le ossa dei propri figli, a vent’anni dal genocidio. Con quest’opera ha vionto alcune tra le più importanti rassegne di documentario internazionali.
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