Sono orgoglio e responsabilità, secondo Lorenzo Dellai, i due sentimenti nati nei trentini con l’apertura dell’anno di Trento capitale europea del volontariato.
L’ex sindaco di Trento e presidente della Provincia, commentando sulle pagine di Avvenire la cerimonia di sabato 3 febbraio, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha puntato i riflettori sulle due dimensioni del volontariato: la prima, più personale, è “la propensione a donare parte del proprio tempo ad un fine di bene comune: attitudine, questa, già di per sé straordinaria in un tempo connotato da crescente individualismo”. La seconda, che va oltre la pur importante sfera personale è l’aspetto “collettivo” del “volontariato che può cambiare veramente le cose”. Per Dellai, infatti, “la solidarietà condivisa crea effetti moltiplicatori sia materiali che sociali. È “organizzato”, perché le “buone azioni” dei singoli non riescono spesso a intercettare i veri bisogni e a corrispondervi in maniera tale da rimuoverne almeno in parte le cause. È “formato”, perché non basta ormai il pur fondamentale “buon cuore”: occorre la competenza, anche nelle azioni di volontariato”.
“Il vero volontariato non è qualcosa che si fa perché le strutture pubbliche non danno risposte: si fa perché è giusto farlo ed è bello farlo “dal basso”, dalla comunità – prosegue l’editoriale -. È la piramide rovesciata: prima la comunità e dopo le Istituzioni pubbliche, col loro ruolo ovviamente essenziale. A ben vedere, al di là della peculiare storia del Trentino e della sua speciale autonomia questa è la vera radice di una democrazia capace di cifra comunitaria“.
“Nel tempo della crisi della democrazia e del suo stesso carisma presso il popolo, questa prospettiva di ritorno alla responsabilità dei singoli, delle reti intermedie e delle comunità locali appare l’unica vera alternativa alla deriva post democratica“, conclude Dellai: “Così inteso, il volontariato non è solo, appunto, “buon cuore”: è anche “buona democrazia”. È, in fin dei conti, anche laboratorio di “buona politica”. Ed è anche una delle vie per costruire ciò che papa Francesco definisce spesso come nuovo umanesimo“.
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