Venezia, le perle nascoste

In una mostra veneziana che non passerà probabilmente alla storia, alcuni lavori in concorso forse meritavano più di altri premiati e sono invece rimasti esclusi dal palmarès deciso dalla giuria presieduta da Alfonso Cuarón. Come ha sintetizzato e sottolineato il direttore Alberto Barbera, la 72edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica ha indagato e ricercato terreni emergenti, sui quali, peraltro, altri festival, ad esempio quello di Pesaro, hanno già da tempo focalizzato l’attenzione. E se in anni recenti il cinema del sud est asiatico ha riscosso in Laguna i maggiori consensi questa volta è toccato all’America Latina portarsi a casa, a sorpresa e non convincendo pienamente, Leone d’oro e d’argento. Correndo il rischio, come è parso a molti, di perdersi per strada alcuni lavori di sicuro impatto e solidità narrativa. Che comunque hanno già trovato distribuzione e arriveranno al grande pubblico. E’ il caso di “Remember” (Ricordati), in sala da metà gennaio, di Atom Egoyan, nato in Egitto ma cresciuto in Canada, che per la prima volta partecipava al concorso. L’autore di film quali “Exotica”, “Il viaggio di Felicia” e “Ararat”, si inerpica con mano ferma lungo i “tornanti” della memoria dimenticata, mischiando le carte, sovrapponendo i piani di lettura (è sì una storia personale ma calata dentro il grande contenitore della Storia dell’umanità) giocando l’asso di un finale a sorpresa, inaspettato quanto carico di significato. Grazie ad una magistrale interpretazione di Christopher Plummer, l’ottantacinquenne attore shakespeariano qui nella parte di Zev, ebreo alla ricerca del nazista che ha sterminato la sua famiglia, il tema della vendetta accompagna il lento peregrinare del protagonista tra Stati Uniti e Canada. Ma è un viaggio non solo “in caccia” ma anche e soprattutto dentro la propria coscienza che si svelerà pienamente, e drammaticamente, solo alla fine, in modo indotto, provocato, portando a galla la sua vera natura, offuscata dalla rimozione delle proprie responsabilità che la demenza senile (in questo caso vero e proprio artificio narrativo) nasconde. Martin Landau, che di anni ne ha 87 e che probabilmente molti ricorderanno in una fortunatissima serie tv degli anni Settanta qual è stata “Spazio 1999”, è il “motore”, l’ebreo Max, amico di Zev in casa di riposo dove tutto ha inizio. Nel cast anche Bruno Ganz, l’attore tedesco che impersonò Hitler ne “La caduta” di Oliver Hirschbiegel. “Remember riguarda i sopravvissuti, sia vittime che carnefici. – ha commentato Egoyan – Il contesto è quello del bisogno di vendetta ma la narrazione riguarda un trauma inaspettato e gli effetti che questo ha sulla vita del protagonista”. “Abluka” (Follia) del turco Emin Alper, suo il Premio speciale della giuria, rivela invece come i meccanismi di un sistema politico possano rendere “schiavi” e impotenti gli uomini. Un’opera cruda e nello stesso tempo surreale, testimone di una “confusione” generalizzata dove l’esistenza è piegata ai voleri di un potere che la schiaccia.

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