Anche Cgil Cisl Uil del Trentino sono preoccupate dalla brusca frenata della nascite in Trentino, che ha conferma la tendenza della denatalità che ormai va avanti da una decina di anni. E la situazione è destinata a non migliorare perché non calano solo i bambini, ma si riducono anche le donne in età fertile. Tra il 2013 e il 2023 le donne con un’età compresa tra 25 e 40 anni sono calate del 12% e la tendenza accelererà ulteriormente visto che le bambine e le ragazze tra 0-15 anni, le mamme di domani, si sono ridotte ulteriormente di quasi il 9% rispetto a dieci anni fa.
“Siamo di fronte ad un problema strutturale per il quale non esistono risposte semplici né soluzioni immediate. Per questa ragione continuiamo a sostenere che i bonus non sono né saranno in futuro la soluzione”, è il commento dei tre segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. “Sicuramente esiste un problema legato ai redditi e alla precarietà lavorativa. Se il lavoro di giovani e donne è poco pagato e non stabile è difficile che questi mettano su famiglia. Dunque riteniamo positivo che il presidente Fugatti individui, come chiediamo da tempo, questi tra gli assi strategici su cui agire per affrontare il problema. Ci aspettiamo, però, che si avvii presto il confronto per giungere ad interventi condivisi”. Le tre sigle proprio su questi temi hanno chiesto di avviare un confronto il 13 dicembre scorso appena insediata la giunta dopo settimane di fibrillazione politica. “Non c’è tempo da perdere. Auspichiamo di ricevere una convocazione nel più breve tempo possibile, se realmente si vuol fare seguire alle parole i fatti”, insistono, ricordando che intanto Piazza Dante si è limitata a confermare i bonus e a non fare nulla sul fronte dei redditi, dal momento che l’assegno unico non è stato indicizzato all’inflazione con il paradosso che Piazza Dante sulle spese per le famiglie registrerà qualche risparmio grazie al combinato disposto tra meno nascite e dunque meno bonus da una parte, e meno famiglie che ricevono l’assegno come conseguenza di un aumento dei valori Icef a fronte di incrementi di reddito solo nominali.
Per i sindacati si tratta però solamente di una parte del problema: “La questione natalità non può essere affrontata disgiuntamente dalla gestione dei flussi migratori. Gli stranieri, come è già stato in passato, sono indispensabili per contribuire all’aumento del numero di figli, così come sono necessari per rispondere ai bisogni del nostro mercato del lavoro. Di conseguenza bisogna avere il coraggio di guardare la questione con realismo, lasciando da parte ogni ideologia o ragionamento di convenienza politica. Gli stranieri vanno accolti e integrati. E’ inconcepibile e miope tenere ammassati, peraltro in pochissime strutture, giovani immigrati senza insegnare loro l’italiano, senza inserirli nel mercato del lavoro, senza integrarli come domandano anche le imprese. Gli episodi di violenza a cui abbiamo assistito anche recentemente sono frutto anche di queste scelte scellerate, di cui paga le conseguenze l’intera collettività e la stragrande maggioranza dei cittadini stranieri onesti. Troppo facile dire che è un problema che va gestito a livello nazionale”, concludono.
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