Ci sono quelli più tradizionali e quelli più insoliti, a volte sorprendenti. Alcuni sono molto semplici,altri estremamente creativi. In certi casi è facile notare la mano leggera e fantasiosa di bambino, altre volte ci si perde ad apprezzare dettagli minimi ma significativi.
Anche quest’anno, visitare la mostra organizzata dal Gruppo Amici del Presepio di Mattarello, è un viaggio nell’atmosfera piena del Natale, che, a 800 anni dalla prima rappresentazione della Natività di Greccio, non ha perso la sua proverbiale magia. Allestita negli spazi della chiesa di Santa Margherita, a Trento, grazie all’ospitalità del progetto diocesano “Chieseacolori”, quest’anno l’esposizione si compone di un centinaio di presepi dalle molteplici forme, dimensioni e fattezze, e, come sempre incarna l’attività principale del Gruppo, che dal 1990 si prefigge l’obiettivo di divulgare l’arte presepistica quale espressione di fede e cristianità.
A guidarlo è Diego Tomedi, che ha raccolto l’eredità e la passione dal padre Umberto, tra i fondatori del Gruppo. Assieme a lui, un direttivo composto dal vicepresidente Luigi Baldi, dai consiglieri, e da un folto numero di presepisti – ad oggi circa 120 – provenienti da tutta la provincia, impegnati nel portare avanti da più di tre decenni l’opera di salvaguardia e valorizzazione di una delle tradizioni natalizie più sentite. E che non passa mai di moda, come conferma il presidente Tomedi: “Sono tanti i visitatori che vengono a vedere la mostra: tra loro c’è sempre chi si candida ad esporre il suo presepio l’anno successivo, e noi ben volentieri accettiamo la proposta”. L’attitudine itinerante dell’esposizione, che ad anni alterni si sposta dalla sede di Mattarello alle più diverse località del territorio (ha toccato Zambana, Rovereto, Vezzano, Trento e Povo, per citarne alcune), è utile per allargare i confini e coinvolgere sempre più persone.
“Un ricambio generazionale ovviamente c’è – spiega Tomedi -, perché siamo partiti 33 anni fa e i più anziani hanno lasciato, ma nel Gruppo c’è un numero costante di presepisti, e l’interesse continua ad esistere”. Lo dimostra il lavoro fatto in questi anni con le scuole, dove il Gruppo Amici del Presepio continua a portare le sue attività formative a tema natalizio, riuscendo a unire e stimolare i più piccoli, anche in tempi di classi multietniche e multireligiose.
“Ma non abbiamo mai incontrato problemi, anche quando abbiamo proposto di fare il presepio. Anzi, alcuni genitori stranieri, nonostante le differenze di credo, hanno spinto per svolgere queste attività, per favorire l’integrazione dei loro figli”, racconta il presidente del Gruppo, che, con soddisfazione, osserva come le attività degli Amici del Presepio di Mattarello sono sempre riuscite nel migliore dei modi, evitando polemiche o atti vandalici.
“Questo è un bel segnale. Unito al fatto che, anche da parte delle istituzioni o dei privati con cui ci siamo rapportati per la mostra, abbiamo sempre trovato la massima disponibilità, e un’accoglienza che a volte ci ha sorpresi”. Ma durante questi “33 anni di presepi in mostra”, quante cose sono cambiate nel modo di concepire e realizzare i presepi? “Più che nel modo di esporre, si è evoluta la varietà di materiali”, spiega Tomedi. “Ci sono presepisti che quando l’estate vanno al mare raccolgono conchiglie, legnetti, sabbia, sassi, e una volta tornati dalle vacanze li utilizzano per comporre il loro presepio, superando muschio, cortecce e i materiali nostrani a cui siamo abituati”. Tra i presepi esposti quest’anno, ce n’è uno che presenta i volti di tutti i personaggi fatti di uova, opportunamente lavorate. “Questo sta a significare che la fantasia e la creatività non mancano mai, come l’impegno e la pazienza necessaria alla realizzazione dei presepi ricamati o quelli interamente intagliati nel legno, che meritano una segnalazione”.
E senza alimentare le polemiche, viste in passato anche in Trentino, rispetto a Natività particolari, talvolta estremizzate o strumentalizzate, in certi casi invece portatrici di messaggi sociali mportanti, il Gruppo Amici del Presepio di Mattarello tende ad accettare rappresentazioni anche molto diverse tra loro. “Pensiamo che tutti i presepi siano belli, perché ogni artista ci ha messo qualcosa di suo”, spiega Tomedi, che ricorda le polemiche, qualche anno fa, per “un presepio ambientato in un maso, talmente realistico da avere al suo interno un contadino che sgozzava un maiale. Un particolare forse un po’ forte, che ha fatto discutere e anche meravigliare, ma che nel contesto ci stava, vista la grandezza e l’attenzione ai dettagli”.
In questi decenni, Tomedi e il Gruppo hanno visto più presepi di quanti se ne possano ricordare, e tanti sono i momenti significativi che hanno vissuto. “Quelli che porto nel cuore, però, sono quando vengono dei bambini a visitare la mostra. Sono osservatori curiosi e attenti, e mi emoziona vedere il loro stupore nel cogliere ogni piccolo particolare del presepio”, racconta, cogliendo in pieno quella magia che, da ormai 8 secoli, ogni anno si rinnova
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