Nello spettacolo “DesPRESSO” a Rovereto il delicato racconto dei rapporti fra fratello e sorella
Lasciava il segno DesPRESSO, l'opera teatrale in un atto unico messa in scena per la prima volta nella serata di venerdì 20 gennaio in un affollato Teatro Zandonai a Rovereto. Due i protagonisti: Michele Comite attore e regista professionista trentino e Alessandra Carraro, persona con disabilità, ma soprattutto anche lei attrice appassionata.
DesPRESSO racconta con sentimento e con raffinata ironia i rapporti tra fratello e sorella. Ma sorprendentemente capovolge i ruoli normalmente attesi. Infatti sarà proprio la sorella con disabilità ad aiutare con paziente costanza il fratello, non disabile, nel superare quella depressione forte che lo portava, come un ragno nella sua ragnatela, a chiudersi sempre più dentro di sé.
La scenografia essenziale, composta da due porte rosse e da due grandi tazze bianche, faceva risaltare al massimo l'interpretazione di Alessandra e Michele. Interpretazione che alternava i dialoghi alla potenza comunicativa del mimo.
Una speciale attenzione merita l'attività di Michele Comite che si può seguire sul suo profilo Facebook ufficiale. Perchè può vantare, oltre a quella con la Rete, anche altre collaborazioni con varie organizzazioni sociali e culturali provinciali. Attività dove questo attore-regista si serve del codice dell'arte per lanciare messaggi importanti. Tra i tanti eventi da lui creati con tale scopo si ricordi AYLAN, spettacolo e tour teatrale promosso insieme a Cinformi nel quale gli attori erano ragazzi e ragazze richiedenti asilo. Inoltre quest'anno cura la direzione artistica per la sezione “teatro ragazzi” del Teatro Gustavo Modena di Mori con laboratori specifici, condivisi con gli insegnanti, per spiegare agli studenti il senso dell'arte del palcoscenico.
DesPRESSO, diretto dallo stesso Comite, è stato prodotto da Cooperativa Sociale La Rete, dal collettivo Clochart con il contributo di Fondazione Caritro, di Con.solida e della Compagnia Abbondanza-Bertoni.
Era un evento inclusivo fin dall'inizio. Poiché persone con disabilità della Rete, collaboravano con alcuni volontari nell'accogliere gli spettatori e nel vendere i biglietti. Un fatto reale e visibile. Una dimostrazione di come anche persone con handicap possano riuscire a liberare potenzialità inaspettate, diventando una risorsa vera per la società. Un'occasione per tante persone di testimoniare con la loro presenza come poter essere comunità accoglienti.
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