Scoprendo Paolo VI

Domenica 19 ottobre Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini (1897-1978), sarà proclamato beato da papa Francesco.

Alla sua figura di pastore per lo più incompreso dal proprio tempo, alla complessità del ruolo che ha sostenuto in un delicatissimo momento di passaggio della Chiesa, la Rai dedica due appuntamenti di rilievo.

Il primo, martedì 14 ottobre alle 21.35 su RAISTORIA, è Paolo VI Papa audace, della serie Italiani curata da Paolo Mieli. Con la guida del vaticanista Andrea Tornielli e le testimonianze di cardinali come Paul Poupard, Ravasi, Roberto Tucci, il documentario ripercorre le tappe salienti di un Papa che non ha avuto paura ad uscire dalle mura vaticane per compiere un ministero di riconciliazione e di annuncio del Vangelo al mondo contemporaneo.

Il secondo è una produzione congiunta di RAITRE e RAI Vaticano, un docufilm di 50 minuti che verrà trasmesso alla vigilia della beatificazione, sabato 18 ottobre alle 16.30 su RAITRE.

Paolo VI, il grande timoniere, docufilm a cura di Luigi Bizzarri e Massimo Milone, firmato da Filippo Di Giacomo e Nicola Vicenti, parte dalle domande “perché Papa Francesco farà Beato Giovanni Battista Montini? Quali sono i punti di continuità tra il Papa argentino e il suo predecessore bresciano?”

Attraverso i suoi discorsi, gli scritti privati, le parole, i gesti eclatanti, e con testimoni oculari come i cardinali Poupard e Etchegaray, emerge un profilo inedito del Pontefice, uomo di profonda spiritualità, che ha attraversato momenti storici difficilissimi per la Chiesa e la società e che ha pagato di persona scelte prese in solitudine.

“Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa”.

L’attività diplomatica lo ha portato a vivere da vicino la tragedia della guerra; il ruolo di Pastore gli ha fatto conoscere gli sconvolgimenti sociali; il pontificato lo ha portato ad annunciare, novello apostolo, Cristo in tutto il mondo. Tuttavia il profilo spirituale di questo papa resta ancora sconosciuto. La grande passione di servire la Chiesa insieme a quella di servire l’uomo, dialogando con tutti instancabilmente. Forse è questo che lo accomuna a Papa Francesco. E anche se la Storia ci ha consegnato un pontefice dimesso, i gesti gli atti e le parole sue sono ora più presenti che mai.

Benedetto XVI lo ha definito un «grande timoniere» forse perché è stato il primo a riformare la Chiesa, a rinnovarla, a spogliarla di guardie e flabelli. Paolo VI è stato il primo a scendere dal trono e a mescolarsi alla folla, ad aprire la prima breccia nel «muro della Controriforma». Paolo VI è stato il primo a impugnare il pastorale, a presentarsi con mitria e casula, a rivendicare il suo ruolo di semplice vescovo, il «vescovo di Roma», proprio come Francesco. Da questo e dagli altri suoi “primi passi”, è iniziata la nuova storia del Papato contemporaneo, sul cammino indicato dalla grande passione di Paolo VI: comunicare a tutti i Pastori che “Cristo è il centro della storia e del mondo”.

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