“Io Kino”, alla Campana dei Caduti una mostra che fonde arte e racconto

Sarà inaugurata venerdì 1 dicembre alle 17.30, alla Campana dei Caduti sul Colle di Miravalle di Rovereto, la mostra d’arte dal titolo “Io Kino – Diario immaginario dell’Apostolo dei Nativi d’America Padre Eusebio Francesco Chini (Kino)“. La mostra d’arte, che rimarrà aperta tutti i giorni della settimana, dalle 9 alle 16,30, fino al 28 gennaio 2024, si avvale dei quadri del pittore veneziano Luigi Ballarin, ispirati dai racconti dello scrittore trentino Mauro Neri che non è alla sua prima opera letteraria sul Padre a cavallo. Dalla fusione dei due linguaggi si crea un vero e proprio “messaggio” quanto mai attuale di rispetto delle diversità, di ricerca dei punti di unione che avvicinano culture, sensibilità, religioni, storie anche diverse e tra di loro lontane.

Ad introdurre l’esposizione sarà il grande quadro (360 cm per 240) di Ballarin dal titolo “Presepe Nativo di padre Eusebio Francesco Chini (Kino)” che ritorna a Rovereto dopo esserci stato, nel Natale del 2022, al MART. Questa volta, però, la ricostruzione di una Sacra Famiglia in stile indiani d’America fa da capofila a un’intera mostra di ben sedici quadri tutti ispirati alla figura del celebre gesuita trentino (nativo di Segno, Val di Non, 1645-1711) che fu missionario nella Nuova Spagna, oggi Messico e Arizona. Non è casuale, infatti, la scelta della Fondazione Campana dei Caduti di affidare il messaggio di Pace per il Natale 2023 al missionario trentino che operò, a cavallo dei Sei e del Settecento, in quelle regioni allora infestate da una vera e propria guerra d’invasione, e oggi dilaniate da lunghissimi e invalicabili “muri” che dividono comunità, nazioni, famiglie.

“La sua chiara visione di un mondo più giusto, in cui le ricchezze della Terra siano equamente suddivise a beneficio di tutti, in cui accanto alle esigenze di carattere spirituale ci si prenda cura anche delle condizioni di un popolo oggetto di conquista, non furono affatto urla portate via dal vento del deserto di Sonora”, spiega Mauro Neri: “Luigi e io, oggi, abbiamo fatto nostre le sue riflessioni, le preghiere, i progetti che padre Kino ha profuso nei suoi numerosi scritti e li abbiamo tradotti e sintetizzati nelle pagine di otto racconti che hanno ispirato le forme e il colore di Luigi. Una mostra, insomma, da guardare, ma anche da leggere”. Luigi Ballarin, invece, che ha già dato libero sfogo alla sua arte con la grande tela della Natività vista con gli occhi e la spiritualità Nativa, ha dipinto coi suoi colori a smalto la missione di Kino in tutti i suoi aspetti: il sogno “cinese” della sua giovinezza; il tempestoso viaggio per mare; l’incontro coi Nativi del popolo Pima che gli faranno compagnia fino alla morte; le lunghissime peregrinazioni su e giù per il deserto di Sonora per redigere preziosissime cartine geografiche; la costruzione di missioni, chiese, ranch; l’incontro con le violente tribù di Apache; il rinvenimento di antichissime e preziose memorie precolombiane; lo studio del firmamento; gli ultimi attimi della sua vita operosa…

Ne vien fuori un uomo generoso, appassionato della sua missione, consapevole che soltanto la giustizia sociale è lo strumento per aiutare le popolazioni deboli a prender coscienza di se stesse, a coltivare e a preservare le proprie culture, a non rinnegare ciò che è stato della loro vita, ma anche a non aver paura di imboccare vie spirituali nuove.

La mostra “Io Kino” è promossa dall’Associazione culturale Padre Eusebio Francesco Chini di Segno, dalla Trentini nel Mondo e dalla Società Museo Civico di Rovereto, ed è sostenuta dalla Campana dei Caduti e dal Comune di Rovereto, dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, dal Consolato messicano di Milano, dalla Regione autonoma Trentino Alto Adige, dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Comunità della Val di Non, dal Comune di Predaia e dalla Cassa Rurale Val di Non, Rotaliana e Giovo.

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