Augusto Coali, trentino della Val di Ledro in servizio a Roma, è stato una delle “guardie del corpo” più fedeli di Giovanni Paolo II: per tanti anni lo ha accompagnato nei viaggi all'estero e anche nelle vacanze in montagna nel Cadore e in val d'Aosta. “Sono arrabbiato, come tutti gli altri miei colleghi. Siamo rimasti davvero amareggiati per la ricostruzione offerta da Lino Zani: questa persona ha incontrato il Papa quei due giorni sull'Adamello e basta, forse in pochissime altre occasioni; ha invece raccontato molte cose non vere, non fondate”.
Coalli, lei pensa soprattutto a certi dialoghi, alle confidenze riprese nel film…
“Assolutamente, non esiste proprio. Va detto che Giovanni Paolo II ha incontrato nei suoi viaggi tante persone come Zani. Ma egli era una persona anche molto attenta ai dialoghi personali e riservata; non certo come viene presentata nel film…”
Lei esprime perplessità anche sul rapporto di Wojtyla con la montagna: “Dal film sembra che il Papa sia inesperto e in difficoltà nell'alta quota: in verità egli si muoveva con molta sicurezza e disinvoltura, in Veneto e in val d'Aosta abbiamo anche usato la corda, abbiamo raggiunto varie cime…Non esiste, farlo passare così…”
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