Un misterioso avvocato vuole riaprire il processo a Giuda, da sempre accusato di aver tradito Gesù. Si immagina di riaprire quell’indagine perché nuovi dubbi emergono a causa di prove inesistenti. Si basa su questi elementi Il caso Giuda, lo spettacolo che è in tour in tutto il nord Italia, scritto nel 2015 dall’attore novarese Angelo Franchini e da lui interpretato. La pièce verrà messa in scena a Martignano giovedì 9 marzo alle 20.30 presso il teatro parrocchiale nell’am bito del ciclo quaresimale “Verso la Pasqua” (vedi pag. 26).
Cosa può insegnare a tutti questo lavoro e in particolare ai cristiani di oggi? “Il caso Giuda – come ha spiegato Franchini delineandone brevemente l'intreccio – vorrebbe spingersi oltre la pura riabilitazione del personaggio biblico, una riabilitazione che peraltro la Chiesa stessa ha messo già da tempo in atto. La storia – continua l'attore – è invece prima di tutto una nostra chiamata in causa, in quanto anche noi spettatori ed esseri umani in generale, 'veniamo tirati dentro nel racconto'. Abbiamo cioè un ruolo con nostre responsabilità ben delineate”.
Ma Il caso Giuda vorrebbe anche a essere una ridiscussione, basata sulla Scrittura, di alcuni personaggi vissuti nel tempo storico di Giuda e di Gesù. In tale prospettiva assumono un ruolo decisivo alcuni testimoni chiamati a deporre nel nuovo procedimento: la grande matrigna, il vasaio e un evangelista a simboleggiare rispettivamente il potere, il popolo e gli apostoli.
L'attività di Franchini merita particolare attenzione in quanto ha messo la sua passione per l'arte del palcoscenico, iniziata fin da bambino in parrocchia, a servizio della realizzazione di monologhi teatrali, tutti ispirati appunto a vicende del Vangelo.
Tra i diversi altri suoi testi segnaliamo Il tremendo silenzio di Maria, un incontro teatrale proposto senza scenografia, senza la mediazione distaccata del palco, ma vissuto dall'attore interamente in mezzo al pubblico. Racconta la storia di un mendicante, metafora della condizione dell'anima umana quando si trova smarrita e senza più punti di riferimento. Ecco che allora diventa centrale proprio la figura consolatrice della Vergine.
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