Erano 491 gli studenti e le studentesse delle lauree triennali dell’Università di Trento che hanno partecipato alla cerimonia di laurea di questa mattina, venerdì 27 ottobre, in Piazza Fiera a Trento.
La cerimonia di laurea pubblica, la quattordicesima, è stata accolta dalla Corale polifonica dell’Università di Trento. Prima, a Palazzo Sardagna, c’è stata la vestizione del corteo accademico composto dai direttori e dalle direttrici dei 15 dipartimenti e centri dell’Ateneo.
“Vi invito a pensare a questa giornata come ad un momento di transizione e non come un punto d’arrivo”, ha augurato agli studenti il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian. “Alcuni di voi proseguiranno gli studi, magari proprio a Trento, altri sceglieranno di intraprendere una professione. In tutti i casi il mio augurio, il nostro augurio, è che tutto ciò che desiderate, per cui avete lavorato sodo in questi anni, possa trovare piena realizzazione. E spero possiate conservare per sempre un legame con l’Università di Trento, anche se magari le vostre strade vi porteranno lontano”.
Il rettore ha parlato anche di cambiamento. “Le laureate in questa piazza – ha detto – sono circa 40 di più dei compagni laureati e questa prevalenza femminile è ormai una costante da molti anni. Oggi in Italia su 100 laureati 60 sono donne. All’inizio degli anni Sessanta le donne rappresentavano il 32% dei laureati. Poi qualcosa è cambiato. Si sono verificati importanti mutamenti sociali e culturali e in circa trent’anni anni il numero di donne laureate ha prima affiancato e poi superato quello dei colleghi maschi”.
Oltre alla vicesindaca di Trento, Elisabetta Bozzarelli, e all’assessore provinciale all’istruzione, Mirko Bisesti, era presente alla cerimonia anche Marianella Sclavi, alumna dell’Università di Trento, sociologa ed etnografa, esperta nella gestione creativa dei conflitti.
Sclavi è stata la matricola numero 2 dell’allora facoltà di Sociologia, che aprì nel 1962. Si è laureata nel 1968, ed è stata protagonista degli anni di contestazioni studentesche, scioperi e manifestazioni di protesta.
Sclavi, che già ieri ha incontrato gli studenti e le studentesse in un evento a loro dedicato, ha ripercorso la sua storia di universitaria, raccontando le motivazioni che l’hanno spinta a iscriversi a Sociologia: “Era il periodo del grande cambiamento, della crisi radicale della modernità. La mia generazione era alla ricerca di qualcosa di diverso e di nuovo. Eravamo persone un po’ strane ma interessanti, scontente della società. Ho scelto Sociologia perché avevo l’attesa e il desiderio di apprendere una disciplina che mi avrebbe portato ad avere le competenze per cambiare il mondo”.
“Quello che unisce la mia generazione alla vostra è la serendipity – ha detto Sclavi – che serve per cambiare il mondo. La capacità di accettare l’imprevisto apre a strade indefinite che consentono di imparare cose nuove e di cogliere tutte le opportunità che ci sono per poter decidere”.
Dalla sua esperienza, l’invio ai giovani. “Non abbiate paura di sbagliare. Trasformate gli errori in opportunità, la diversità in risorse. Nei vostri studi non siate alla ricerca del consenso ma dell’innovazione. Ponetevi con un atteggiamento esplorativo e non giudicante. Lasciatevi spiazzare dalle novità. Le nostre generazioni hanno forti legami – ha detto la studiosa alla platea dei giovani -. Nella crisi di cui noi eravamo il vagito, voi siete l’atto finale, siete il passaggio da bruco a farfalla. Non lasciate ingabbiare i vostri pensieri, la vostra immaginazione e le vostre esperienze di vita. Siete in un’epoca e in un mondo in cui si può e si deve osare”.
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