All’ospedale di Tione l’ingrossamento della prostata viene trattato con il laser transperineale, un nuovo sistema di trattamento mini-invasivo non chirurgico. Si tratta di un nuovo traguardo per l’urologia trentina, che offre diversi vantaggi ai pazienti: dalla degenza breve al limitato utilizzo del catetere. Il servizio dedicato all’urologia, a Tione, è attivo da gennaio 2023 grazie alla collaborazione tra le unità operative di urologia, chirurgia e anestesia.
Negli ultimi periodi – informa l’Apss – è stato introdotto nella pratica clinica un nuovo tipo di laser che non necessita di essere utilizzato attraverso l’uretra ma solo attraverso la cute, con una riduzione ancora maggiore dell’invasività e di spiacevoli conseguenze per il paziente. “Questo nuovo sistema di trattamento mini-invasivo della prostata con il laser interstiziale – spiega il direttore facente funzione Tommaso Cai – prevede l’inserimento per via cutanea trans-perineale, in anestesia spinale o locale, di due aghi che portano all’interno della prostata un fascio di luce laser che crea una riduzione del volume della prostata. La riduzione del volume della prostata da trattare viene decisa dall’urologo attraverso un computer abbinato alla macchina che crea una simulazione del trattamento. Questa simulazione è molto importante per poter posizionare in modo corretto le fibre laser, prevederne l’efficacia ed evitare che l’energia laser vada su strutture da non trattare. L’intervento – prosegue Cai – può variare da 15 a 30 minuti a seconda dell’estensione della zona da trattare. Durante il trattamento possiamo controllare in tempo reale la zona che viene trattata, decidendo, se necessario, di modificarne o ridurne l’estensione”.
L’iperplasia prostatica benigna, l’aumento del volume della prostata di natura benigna, è una delle patologie più comuni per gli uomini, specialmente dopo i 55 anni. L’ingrossamento della prostata può comprimere vescica e uretra causando i classici disturbi urinari: minzione frequente e difficoltosa, fatica ad iniziare ad urinare, gocciolamento alla fine della minzione e risvegli notturni. Questa patologia legata all’avanzare dell’età (ne soffre circa il 70% dei settantenni) può, se non correttamente trattata, portare alla necessità di un catetere o all’intervento chirurgico. Se i disturbi vengono diagnosticati in tempo, la sola terapia medica e il cambio degli stili di vita sono sufficienti per migliorare la qualità di vita del paziente e scongiurare le complicanze più importanti. Non sempre però la terapia medica riesce a modificare la storia naturale della malattia e bisogna ricorrere ad un approccio chirurgico
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