Non ci sono solo i programmi delle liste e dei candidati che il 22 ottobre prossimo si confronteranno alle urne: in questo periodo si moltiplicano gli appelli, gli incontri e i documenti che puntano a definire, o almeno a immaginare, il Trentino che verrà, nei prossimi cinque anni e oltre.
Visioni e obiettivi virtuosi, magari non sempre realizzabili in tempi brevi, ma che possono fornire spunti utili alla politica, ed in particolare a chi verrà eletto, per traghettare la Provincia nella complessità del prossimo futuro. Dal lavoro all’ambiente, al sostegno a famiglie e imprese, le parole chiave spesso si ripetono, mentre cambiano i punti di vista e le aspettative delle diverse organizzazioni.
I sindacati, ad esempio, puntano su emergenza salariale, la questione dei giovani e la precarietà, le famiglie, il lavoro e le imprese, infine il welfare e la salute. Questi i cinque punti cardine della piattaforma unitaria lanciata da Cigl Cisl Uil del Trentino per dare risposte su potere d’acquisto, precarietà, sostegni alle famiglie e produttività. “L’inflazione riduce il potere d’acquisto delle famiglie ed amplia il lavoro povero, in particolare dei giovani e delle donne. L’Autonomia trentina può garantire risposte reali ai bisogni di lavoratori e pensionati, per la salute, la casa, il lavoro stabile.
Servono però interventi pubblici per rafforzare produttività e sostenibilità e il rinnovo dei contratti da parte di datori di lavoro e imprese”, la tesi dei sindacati, che attraverso la piattaforma unitaria e una serie di assemblee territoriali hanno lanciato la loro sfida alla politica.
Sono cinque anche i punti evidenziati dalle realtà del Terzo settore, che in occasione degli Stati generali del welfare recentemente conclusi a Villa Sant’Ignazio hanno elaborato un documento che esprime il loro “contributo alla costruzione di politiche locali per comporre il benessere della comunità dentro le sfide poste dalle transizioni epocali sul piano demografico, sociale, ecologico ed economico”, come ha spiegato Francesca Gennai, presidente di Consolida e portavoce dei promotori: “Non è solo cambiando le regole, infatti, che si cambia il gioco: occorre che queste regole rientrino in un quadro di senso complessivo e siano sostenute nella quotidianità da comportamenti in grado di intercettare i bisogni, soprattutto quelli nuovi e mutevoli che spesso sfuggono”. Nello specifico, gli enti del Terzo settore chiedono politiche integrate sul piano sociale, sanitario, educativo ed economico, e territorialmente omogenee, per “tenere insieme” e affrontare la complessità; la valorizzazione del lavoro sociale; azioni di contrasto alle nuove povertà (economiche, alimentari, energetiche, abitative, educative e culturali) che spesso sfuggono ai sistemi ordinari di “presa in carico”; politiche attive del lavoro incentrate sull’occupabilità; infine Politiche per le nuove generazioni attuali e future, capaci di affrontare il crescente disagio giovanile e di creare spazi effettivi per l’ascolto delle proposte dei giovani con una disponibilità autentica a sostenerle.
Gli investimenti sulle infrastrutture, come la discussa autostrada Valdastico, “da fare senza se e senza ma” e la realizzazione del termovalorizzatore e del nuovo ospedale, oltre a investimenti nella sanità e nella formazione, sono, invece, le priorità di cui la prossima Giunta provinciale dovrà farsi carico secondo il presidente di Confindustria del Trentino Fausto Manzana. “Società Trentino 5.0” è il titolo del documento programmatico prodotto dagli industriali, secondo i quali sarà necessario curare le competenze del capitale umano, che anche in Trentino si fatica a reperire; sviluppare l’occupazione femminile ancora troppo distante da quella maschile; lavorare sui numeri ancora insoddisfacenti dell’export, lungamente inferiore alla media italiana, spingendo verso l’internazionalizzazione delle imprese trentine, la cui produttività ha ampi margini di miglioramento.
Tutto incentrato sull’ambiente, infine, è il documento della Rete climatica trentina, che ai partiti chiede azioni concrete per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, a partire dalla promozione della mobilità sostenibile e dalla riduzione delle emissioni del settore industriale, ma anche azioni di adattamento, come la limitazione del consumo di suolo, l’efficientamento della gestione delle risorse idriche e una transizione del turismo verso forme più sostenibili.
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