Un giovane carpino affonda da oggi le sue radici nella terra del parco cittadino di Maso Ginocchio, in ricordo della maestra Alberta Bortot, scomparsa lo scorso 2 giugno a 55 anni, che proprio nella confinante e omonima scuola dell’infanzia, in oltre 15 anni di insegnamento, con la sua grande energia, la sua forza e il suo contagioso entusiasmo aveva saputo farsi apprezzare dalle colleghe e da tanti bambini e bambine.
Ed erano in tanti questo pomeriggio, tutti in cerchio attorno alla “sua” pianta per ricordarla e ringraziarla, in un breve ma intenso e commosso momento di ricordo e omaggio pensato dalla maestra Martina Tamanini, insegnante alle Degaspari e condiviso con la scuola dell’infanzia di “Maso Ginocchio” che già a giugno aveva ricordato la sua insegnante proprio sulla collinetta del parco. Dalla vicina scuola elementare, per l’occasione, è arrivata una intera classe della quale fanno parte anche alcuni bambini che avevano trascorso 3 anni nella “sezione rossa” di Alberta, che li aveva visti crescere. “Abbiamo affrontato l’argomento con delicatezza, ma parlando con i bambini emergevano sempre ricordi positivi, belli, ed è nata così l’idea di richiedere al Comune di piantare questo albero per ricordarla: ed è bello anche che questa sia una pianta ‘riutilizzata’ e che in questo modo si riesca a donarle nuova vita“, racconta Martina Tamanini.
Sotto il carpino, a fianco dei disegni realizzati dagli scolari di seconda delle Degaspari, la collega e amica Patrizia Panetta ha lasciato il cartellone con i ricordi dei bambini che frequentano la sezione, decorato con un cuore rossi formato dalle impronte delle loro manine. Il pensiero è andato subito a quegli abbracci appena arrivati in aula la mattina, assieme a tanti ricordi affettuosi, dai quali risalta la voglia di scherzare, e l’ironia di Alberta: in sala da pranzo quando fingeva di rubare il cibo dai piatti dei bimbi, o in classe quando vedeva una bella maglietta e scherzando diceva: “Ora me la metto io!”.
“Ci sono persone che nel nostro viaggio ci aiutano ad andare oltre ai limiti“, le parole della coordinatrice pedagogica Rita Ferenzena. “Alberta lo è stata per tanti bambini e bambine, come un grande albero con le sue radici li ha protetti e accolti, ma li ha anche spinti a uscire verso il mondo“.
Attorno all’albero appena piantato, le maestre della “sezione rossa” e i bambini hanno intonato la “Canzone delle coccinelle” come sempre facevano con Alberta, che era una vera e propria colonna. Energia, forza ed entusiasmo non le mancavano. E, ricordano le colleghe, Alberta aveva la grande capacità di non perdersi mai d’animo neanche nei momenti peggiori, come ad esempio di fronte alle difficoltà causate dalla pandemia. “Calma, ce la possiamo fare”, era il suo motto, prima di riservare un caldo abbraccio a chi le stava di fronte! Non amava la ribalta, preferiva lavorare “dietro le quinte”; l’insegnamento, per Alberta, non era solo il lavoro di una vita, ma anche la sua “missione”: ha sempre voluto, ricordano ancora le colleghe, che Maso Ginocchio emergesse, diventando un punto di riferimento per le famiglie del quartiere. E lo ha fatto con tutte le sue energie fino all’ultimo, fino a quando le forze le hanno consentito di stare in classe, in mezzo ai suoi bambini.
Ora alla sua memoria, che resterà sempre nei pensieri e nei ricordi di chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene, c’è un giovane carpino che crescerà donando ombra e sollievo ai tanti frequentatori del parco. E chi vorrà, per tanti anni, potrà sempre fermarsi per un altro “grazie” alla sua maestra. Alla maestra Alberta.
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