Con lo sguardo di Damilano

È tornata in questa nuova stagione televisiva su Rai Tre la striscia quotidiana di attualità condotta da Marco Damilano, che aveva debuttato nel settembre dello scorso anno, “Il cavallo e la torre” (il titolo riprende quello di un libro di Vittorio Foa uscito nel 1991).

Raccontare la politica e la stessa società, dove tutto sembra imprevedibile, a tratti indecifrabile, dove le grandi questioni di fondo rimangono irrisolte, è quello che si propone Marco Damilano e che ritroviamo, in qualche misura, in questo titolo dove la torre sembra essere il simbolo di chi fa una mossa ripetitiva, mentre il cavallo salta e spiazza.

Suggestioni del titolo a parte, Marco Damilano ci mostra una grande capacità giornalistica nell’approfondire i fatti, accompagnata da una profonda sensibilità nel raccontare i drammi di questa epoca, ma insieme anche la speranza, riuscendo a farlo in una trasmissione di soli dieci minuti che chiede essenzialità.

Giornalista e scrittore, dal 2001 è stato cronista politico e parlamentare all’Espresso, di cui dal 2015 è stato vicedirettore e dal 2017 al 2022 è stato direttore. Ha partecipato al programma Propaganda Live in onda su La7. Tra i suoi libri “Un atomo di verità” uscito nel 2018 su Aldo Moro. All’inizio di ogni puntata una parola, un concetto chiave che si collega al tema, come è avvenuto nella prima puntata di questa nuova stagione con “attraversare”.
“Attraversare le rotte, il deserto, il mare, attraversare le città, i luoghi di lavoro, le scuole, gli ospedali, le carceri, le solitudini, per portare qui, nello studio Rai di viale Mazzini, ogni sera in diretta, un pezzo di realtà, con lo stupore di quel bambino che guarda con il binocolo il cavallo, anche questo è uno spazio da attraversare” così Marco Damilano ha introdotto il primo ospite l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e Presidente della Cei per parlare di pace, di dialogo e di migranti.

In queste prime puntate si è parlato delle problematiche nella sanità, ma anche di politica con lo storico Giovanni Orsina, attento osservatore delle dinamiche sociali, il tutto con una forte attenzione alla dimensione europea.
Fra gli ospiti anche Matteo Garrone il regista di “Io Capitano”, un film che affronta il dramma dei migranti con un rovesciamento di prospettiva, attraverso il loro racconto “dall’altro lato del mondo”. Temi, come si vede, che aiutano a riflettere, perché la televisione, soprattutto quando è servizio pubblico, questo è chiamata a fare.

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