[Nella prima estate dopo la tempesta Vaia un richiamo ad una “forma di restituzione”
Care amiche e cari amici ospiti,
permettetemi di darvi il benvenuto in questo nostro Trentino, scelto per trascorrervi un po’ di vacanza e di riposo.
Per molti di voi, ne sono certo, si tratta di riannodare i fili di relazioni che per il resto dell’anno rischiano talora di sfilacciarsi nel vortice della quotidianità: vale per i propri cari, ma anche con chi vi ospita in strutture e comunità dove tornate da tanti anni. Strette di mano e intese di sguardi che si rinnovano, nel segno di un’ospitalità dove i rapporti umani vengono ben prima di una vetta che si staglia nel cielo terso o di uno specchio d’acqua da bandiera blu. La qualità delle relazioni non si presta infatti a operazioni di marketing, non sta dentro un pacchetto vacanza. Ѐ un valore aggiunto non monetizzabile.
Relazione significa anche legame con i luoghi. Non mi riferisco necessariamente alle località da cartolina o da pubblicità patinata. Penso, invece, a quella sensazione di benessere che ognuno di noi può provare ritornando in un determinato posto, anche lontano dalla ribalta turistica, legando quella percezione a particolari soggettivi, magari irrilevanti ai più, eppure capaci di farci stare bene con noi stessi e con gli altri.
Per molti aspetti quei luoghi del cuore potreste trovarli quest’anno radicalmente cambiati. Poche ore di vento impetuoso hanno portato lutti nelle case dei trentini e prodotto sul territorio alpino ferite difficilmente rimarginabili: quattordici milioni di alberi abbattuti impoveriscono un orizzonte, interrompono un sentiero, minano alla radice la biodiversità. Ci fanno percepire impotenti e indifesi di fronte alla forza della natura, dandoci anche una grande lezione sulla fragilità della vita e una provocazione a una gestione responsabile dell’ambiente.
Quei luoghi, che sentivate parte di voi, chiedono ora una forma di restituzione: non essere dimenticati, aiutandoli a riappropriarsi di quella poesia vitale che finora vi hanno saputo regalare. In fondo, è un dono “da Dio”: essere anche noi attori della creazione che si rinnova ogni giorno. Anche sulle montagne trentine, meglio ancora se disposti a camminare non in solitaria, ma in cordata.
Buone vacanze!
+arcivescovo Lauro
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