Con due diversi momenti di ringraziamento, partecipati anche dal Capitolo della Cattedrale con il decano don Lodovico Maule, la Chiesa trentina ha salutato due sacristi che hanno lavorato presso la Cattedrale a partire dal 1980, dopo 30 anni di servizio di Giuseppe “Bepi” Bergamo.
Era subentrato proprio al suo posto il mite Mariano Gasperi, che in questi 38 anni di attività ha visto alternarsi in sacrestia 3 parroci del Duomo, 3 decani del Capitolo e 3 Arcivescovi: “Ho avuto buoni rapporti con tutti – colleghi, volontari e cerimonieri –; ringrazio in particolare don Alberto Carotta e don Ivo Leonardi nei primi anni e penso a quanti momenti celebrativi ho vissuto nel cuore della diocesi”. Il più significativo? “Senz’altro la visita di San Giovanni Paolo II nel 1995”.
Nei primi anni Mariano era da solo ad affrontare la notevole mole di lavoro (“richiede una presenza continua e responsabile”), ma “la bellezza di certe celebrazioni però appagavano il gravoso impegno della preparazione”.
Gasperi non esita a parlare di una “vocazione” (tra l’altro era “figlio d’arte” per via dei genitori sacristi in Pinè) e ricorda come “determinante l’esperienza nel movimento di Comunione e Liberazione ma anche “la formazione avuta nell’Unione diocesana sacristi”, di cui è stato anche presidente per molti anni.
“Non posso dimenticare di ringraziare s. Vigilio, patrono di Trento che ho sempre invocato e dal quale ho ricevuto aiuto e protezione – tiene a sottolineare e infine, ma non ultimo, ringrazio il Signore per avermi chiamato e aiutato ogni giorno a servirlo da vicino nella Cattedrale”.
Nel 1985 si è affiancato a Gasperi (per 19 anni) Gianni Sava, poi dopo una certa alternanza, sono arrivati Walter Pasolli, Marco Arman e da settimebre Nicola Pasolli.
Anche Marco Arman, in servizio dal 2012, ha raggiunto in questi giorni la meritata pensione, dopo un periodo intenso in in cui – anche per la sua sensibilità di artista umile e apprezzato (è presidente della sezione trentina dell’UCAI) – ha collaborato con il Capitolo nella promozione di mostre all’interno della Cattedrale nello spazio espositivo ricavato in aula San Giovanni.
Agli amici e collaboratori Arman ha regalato un ricordo che riproduce una foglia che è riprodotta in Duomo da 700 anni (lui vi ha lavorato solo 7): “Antico fregio sopra leoni e draghi attende lieve”. Dove l’attendere significa aspettare ma anche prendersi cura.
A Gasperi e Arman anche il grazie dei fedeli che frequentano il Duomo e anche della nosta redazione che vi ha sempre trovato due collaboratori attenti e disponibili.
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