Arrigo, ottanta anni, nonostante gli acciacchi passati, ha ancora un fisico ancora asciutto e una mente più che lucida. Tifa Napoli da quando ha fatto il militare in marina e in camera sua nella mansarda della Apsp “Rosa dei Venti” dove ora vive, ha lo stendardo della squadra con il numero 3 del terzo scudetto stampato in mezzo appeso di fronte al letto. Tutti i giorni esce dalla struttura per andare a curare un po’ il pezzo d’orto che ha ancora in paese. Lo ha sempre tenuto e fin che può non vuole rinunciarci. Quest’anno però ha curato anche la coltivazione di un certo numero di piantine di fragole piantate nelle fioriere all’inizio del grande giardino adiacente la struttura.
Qualche settimana fa ha raccolto le più mature per i bambini dell’asilo nido “Il Millepiedi” di Condino con cui attraverso l’animazione, grazie al progetto “Orti Intergenerazionali” ideato dallo Spazio Argento della Comunità di Valle delle Giudicarie, da qualche tempo è in contatto.
Il progetto prevedeva la cura di un orto da parte di uno o più ospiti in Apsp in collaborazione con un asilo nido per una trasmissione di saperi, racconta l’animatrice della struttura Maura Luzzani. Alla proposta hanno aderito la Apsp “Rosa dei Venti” in collaborazione con l’asilo nido “Il Millepiedi”, la Apsp “Odone Nicolini” di Pieve di Bono e il nido “L’Isola Che Non C’è” e la Apsp di Pinzolo “Abelardo Collini” con il nido di Carisolo. “In realtà poi abbiamo utilizzato uno spazio all’interno della struttura, identificato nelle fioriere, piantando piccoli frutti, piantine comprateci dalla comunità di valle, e tutto è partito. Solo il tempo non è stato dei nostri; quando sono state piantate le fragole, diversamente da Pieve di Bono, il momento è stato passato tramite fotografie. Nel momento in cui però erano pronte abbiamo subito invitato i bambini che hanno portato le loro farfalline colorate di carta da mettere nelle fioriere e grazie anche al dono di tante altre fragole da parte del figlio di un’ospite abbiamo fatto merenda assieme. È stato bellissimo, i nonni con i bambini recuperano una vitalità incredibile”, racconta Maura.
“Ce n’erano poche perché ha piovuto per un mese. Ma ai bambini sono piaciute sì!”, sottolinea per parte propria contento Arrigo che ricorda di aver anche installato nei mesi scorsi una rete protettiva di plastica contro insetti ma anche possibili tentazioni degli altri ospiti.
L’idea è di fare ancora tanti incontri per avere i bambini nuovamente in struttura, situazione che fa benissimo agli ospiti, ribadisce Maura: prima di tutto a chi si vede capace di trasmettere conoscenze (“Ci ha detto lui dove piantare le fragole, come potevano prendere sole e acqua, lui le ha offerte ai piccoli”), ma anche agli altri ospiti: “Dicevano gli ospiti: ‘Se ce li lasciassero qui!’. Anche le persone più compromesse, alle quali abbiamo fatto colorare una fragola da attaccare al sacchettino donato ad ogni bambino. E comunque tutti erano entusiasti di vedere tra loro i piccoli”.
Anche i bimbi, rotta la timidezza, cercavano di arrampicarsi su un girello o spingere un nonno in carrozzina. Così, sottolinea Maura, “si abituano a stare con anziani e persone fragili senza problemi”. Gli incontri con scuole e asili erano cose quasi scontate prima del Covid. Poi c’è stata la lunga grande pausa in cui non si potevano far entrare persone in struttura. Ma da quest’anno per fortuna tutto è iniziato nuovamente e, anche se con piccole precauzioni, scuola elementare e bambini della catechesi e del doposcuola sono tornati in varie occasioni a visitare i nonni alla casa di riposo. La giornata dedicata alle fragole quindi è stata veramente una cosa entusiasmante, anche per gli operatori della struttura commenta Maura, che a fine mese dopo tanti anni conclude il suo lavoro in Apsp “Rosa dei Venti” – “Con questo progetto finisco in bellezza”.
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