A volte le parole rimangono parole. Altre volte diventano realtà. Dipende dalle dinamiche del contesto. Possono diventare realtà le “belle parole”, le parole buone. Ma possono farlo anche quelle cattive. Nell’Alto Adige e nell’Europa del ‘900 a volte le cattive parole sono diventate tragiche realtà. Attenzione, dunque, a chi parla, a come e perché lo fa. Ricorre in questi giorni il centenario di un famoso discorso che il nazionalista roveretano Ettore Tolomei tenne nel teatro civico di Bolzano. Era il 15 luglio del 1923. Tolomei elencò 32 provvedimenti volti all’italianizzazione dell’Alto Adige, divenuti la base ideologico-pratica della politica del governo fascista.
Eccone di seguito una possibile sintesi che potrà sembrar noiosa. 1. Unione dell’Alto Adige e del Trentino in una sola provincia con Trento città capoluogo (fu così fino alla fine del 1926). 2. Nomina di segretari comunali esclusivamente di lingua italiana. 3. Opzione per cittadinanza italiana o austriaca (ed espulsione per coloro che avessero optato per la seconda), chiusura del confine del Brennero per tutte le persone prive della cittadinanza italiana. 4. Ostacolare l’ingresso e il soggiorno alle persone germanofone. 5. Prevenire l’immigrazione tedesca. 6. Revisione del censimento del 1921 per correggere dati ritenuti non veritieri. 7. Introduzione dell’italiano come unica lingua ufficiale. 8. Licenziamento di funzionari tedeschi o trasferimento verso altre province. 9. Scioglimento del “Deutscher Verband” (la lega dei partiti di lingua tedesca presentatisi alle elezioni politiche 1921). 10. Scioglimento delle associazioni alpine non controllate dal Club Alpino Italiano, cessione di tutti i rifugi alpini al CAI. 11. Divieto dei nomi “Tirol” e “Südtirol”. 12. Chiusura del giornale di lingua tedesca “Der Tiroler”. 13. Italianizzazione dei toponimi tedeschi e divieto dell’uso di questi ultimi. 14. Italianizzazione delle iscrizioni pubbliche tedesche e divieto dell’uso di queste ultime. 15. Italianizzazione dei nomi tedeschi di strade e percorsi e divieto del loro uso. 16. Italianizzazione dei cognomi germanici (misura applicata in modo meno severo che non in altre province). 17. Rimozione del monumento dedicato al poeta Walther von der Vogelweide da piazza Walther a Bolzano (al suo posto fu eretta una statua del re d’Italia). 18. Aumento della presenza dell’arma dei Carabinieri (specialmente in provincia), con reclute esclusivamente di lingua italiana. 19. Incentivi all’immigrazione e all’acquisizione di terreni in provincia per gli italiani. 20. Non interferenza da parte di potenze straniere negli affari dell’Alto Adige. 21. Eliminazione delle banche tedesche, creazione di una banca italiana per i mutui. 22. Istituzione di uffici doganali di frontiera a Vipiteno e Dobbiaco. 23. Ampio sostegno della lingua e della cultura italiana. 24. Istituzione di scuole materne e scuole elementari italiane (dall’autunno del 1923 la scuola di lingua tedesca fu progressivamente soppressa). 25. Istituzione di scuole secondarie italiane. 26. Controllo rigoroso dei diplomi universitari stranieri. 27. Espansione dell’“Istituto di Storia per l’Alto Adige”. 28. Riallineamento del territorio della diocesi di Bressanone e rigoroso controllo delle attività del clero. 29. Utilizzazione solo dell’italiano in giudizio e cause legali. 30. Avocazione allo Stato del controllo della Camera di Commercio e delle autorità agricole (corporazioni). 31. Progetto di nuove tratte ferroviarie per agevolare la mobilità verso l’Alto Adige (tratte Milano-Malles, Valtellina-Brennero, Agordo-Bressanone). 32. Aumento delle guarnigioni militari di stanza in Alto Adige e costruzione di nuove caserme.
L’elenco di Tolomei, risultato di decenni di polemiche e conflitti, fu almeno in parte una reazione a un nazionalismo di segno opposto che – mutatis mutandis – avrebbe chiesto (e chiese) cose analoghe. I nazionalismi si nutrono a vicenda. Come noto i provvedimenti fascisti ebbero l’effetto opposto a quello desiderato. Lo disse chiaramente al segretario del fascio di Merano il vescovo coadiutore di Trento Enrico Montalbetti, giunto a Sinigo nel 1936 per consacrare la nuova chiesa. “Le Autorità governative – affermò testualmente – non hanno mai capito anche che l’imposizione della lingua italiana e l’abolizione della madre lingua tedesca per queste terre, con il divieto dei costumi locali, sono provvedimenti ingiusti e coercitivi che ottengono l’effetto prettamente contrario a quello voluto, poiché con la prepotenza si provocano i giustificabili risentimenti di questa popolazione la quale, progressivamente, diventa sempre più nemica dell’Italia”. E aggiunse, di fronte all’esterrefatto segretario del fascio: “Con gli attuali sistemi coercitivi la popolazione non diventerà mai veramente italiana, ma nazista”. Le parole pronunciate da Ettore Tolomei cent’anni fa divennero (o cercarono di diventare) realtà. Dipese dal contesto. Un contesto diverso avrebbe prodotto altri effetti, magari di segno opposto. Ma questa è un’altra storia.
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