È uscito su tutte le piattaforme musicali il primo singolo de ILPALESECHEAMO, progetto musicale nato a Trento e formato da Adriano Cataldo, assieme al produttore Big House e al musicista Imnoises.
Il brano si intitola “Il mare che i terroni rimpiangono“, e racconta la condizione delle persone sradicate per motivi di lavoro, studio, fuga, disastri ambientali. “Una condizione che credo sia accomunata da diversi elementi”, spiega Adriano Cataldo, autore di testo e musica, mentre Big House si è occupato della produzione, presso gli studi di registrazione BHL di Lavis. “Da un lato la difficile integrazione da parte della popolazione e del luogo e in cui ci si trasferisce, che tende a vedere il migrante come un insieme di categorie e non una persona. Dall’altro, la necessità di ricreare nel luogo di arrivo uno spazio di identificazione e riconoscimento. Questo secondo elemento è definito domesticizzazione dall’antropologo Ernesto de Martino, che intende appunto la necessità di ricreare uno spazio in cui riconoscersi per affrontare il dramma della consapevolezza della propria sparizione”, prosegue l’autore.
L’uscita del singolo è stata accompagnata da un video, diretto e realizzato da Purple Pixel, le cui riprese sono state fatte presso il fiume Avisio e alle Viote del Bondone. “Il video è anzitutto una citazione di Enjoy the silence, dei Depeche Mode, girato da Anton Corbijn, che ritrae una persona vestita da re che si ritira per godere del silenzio. Nel mio caso invece, il personaggio è vestito da impiegato, per simboleggiare il lavoro, uno dei tanti drammi del nostro tempo. La canzone stessa è un insieme di molte citazioni, per rappresentare il riadattamento di elementi artistici e letterari ai miei bisogni di espressione artistica”, prosegue Cataldo, annunciando per il prossimo settembre l’uscita del primo disco de ILPALESECHEAMO, che si intitolerà “Una storia italiana“. “Vuole raccontare l’educazione sentimentale delle persone nate in Italia tra il 1980 e il 1990, caratterizzata dall’ascesa di Silvio Berlusconi, in qualche modo un dispositivo immaginifico, oltre che a una figura storico-politica e sociale, perché ha sdoganato l’invasione della sfera privata in quella politica e viceversa”, conclude Adriano Cataldo.
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