Due tortore bianche

La decisione è della Santa Sede, attraverso la Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica

Lagundo/Lienz – La Santa Sede, attraverso la Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica, ha deciso di accorpare il monastero di Maria Steinach a Lagundo con il monastero della Visitazione di Lienz, nel Tirolo orientale.

Il monastero domenicano di Maria Steinach a Lagundo venne fondato nel 1241 dalla contessa Adelaide, figlia di Alberto conte del Tirolo. Nel 1782 venne soppresso dall’imperatore Giuseppe II. Nel 1846 le suore domenicane di Lienz lo riacquistarono e dal 1863 è tornato ad essere un convento autonomo con un istituto di formazione per ragazze. Negli anni Ottanta del secolo scorso le monache che vivevano nel monastero di Maria Steinach erano undici. Una comunità numerosa, tanto che alcune di loro si trasferirono nel monastero domenicano della Visitazione a Lienz. Tra queste c’è anche l’attuale priora del convento di Lienz, sr. Dorothea Lunger OP.

Da sei anni a questa parte nel monastero di Maria Steinach vive ormai una sola monaca. In seguito, infatti, alla morte della sorella, sr. Benvenuta Kerschbaumer (deceduta il 20 ottobre 2012), sr. Angelica Kerschbaumer è rimasta da sola. Negli ultimi decenni non ci sono stati nuovi ingressi nel monastero di Lagundo e l’ordine dei domenicani ha iniziato a riflettere su come poter impiegare la struttura.

La Santa Sede, con la sua decisione, ha chiarito ora che i due monasteri di Lagundo e Lienz, legati dalle loro vicende storiche, dovranno essere ancor più uniti tra loro, andando a formare una sola realtà. Il vescovo Ivo Muser ha affidato al direttore dell’ufficio amministrativo della Curia, Michael Mitterhofer, l’incarico di chiarire i dettagli e di attuare la decisione assunta dalla Santa Sede. Sarà suo compito ora quello di accompagnare i due monasteri verso l’accorpamento, nel rispetto di quanto prevedono il codice di diritto canonico e il diritto civile.

Del convento di Maria Steinach si racconta una leggenda. Il conte Alberto di Tirolo stava con la moglie alla finestra del castello. Da tempo i due signori avrebbero voluto fondare una casa di monache. La contessa – si dice fosse una regina – era molto preoccupata per l’andamento delle vicende mondane e si era convinta che la forza della preghiera delle religiose avrebbe contribuito a raddrizzare le cose. Però i due non avevano idea di dove costruire il monastero. Nell’indecisione non avevano mai fatto un primo passo.

Quel giorno, mentre gettavano lo sguardo oltre gli archi del castello, comparvero d’un tratto due tortore bianche. Gli uccelli compivano ampi volteggi nel cielo di Merano. Poi planarono lievi e vennero ad appoggiarsi sul tetto del maniero. Allora i conti capirono che si trattava del segno che aspettavano. Dove si sarebbero posate nuovamente le tortorelle, là avrebbero fatto edificare il chiostro.

La coppia d’uccelli spiccò un volo che le condusse a Lagundo, in una zona detta Steinach, allora coperta di bosco. Vi sorgeva nient’altro che la capanna di un eremita. Quel luogo dista da Merano un miglio italiano ovvero mezzo miglio tedesco. Fu lì che Alberto e la moglie, con le figlie Adelaide ed Elisabetta, fondarono la comunità monastica. Era, appunto, il 1241.

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