“Da appassionata del verde e dell’ambiente ho una curiosità da soddisfare. Ho visto in un orto un fiore dai colori vistosi azzurro cielo. Mi sono avvicinata e ho visto che era un carciofo. E possibile?”. Ilaria (Rovereto)
La risposta è positiva. Il delizioso ortaggio che consumiamo da novembre ad aprile di cui i più golosi mangiano i morbidi “fondi”, mentre chi se ne intende veramente lo mangia “sfogliandolo”, cioè staccando una ad una le singole foglie, è proprio il carciofo. Non tutti sanno però se quello che arriva nel piatto siano effettivamente “foglie”. Anche perché chi ha vi sto da vicino la pianta sa bene che le sue foglie sono ben diverse, sono grandi, a margine ondulato e con o senza spine a seconda della varietà.
Chiariamo il mistero. Le “foglie” commestibili non sono altro che brattee (cioè foglie botanicamente modificate) di colore verde intenso o violetto che avvolgono il grosso fiore. A questo punto una precisazione è d’obbligo: il carciofo (Cynara carduncuklus var. scolimus) appartiene alla famiglia botanica delle Asteracee/Composite e porta infiorescenze composte da due tipi di fiori, quelli dei “petali” e quelli del disco centrale. Le brattee sono infisse sul “fondo” sul quale può essere iniziata la formazione dei “petali” che alla vista e al palato appare come una composizione stopposa, chiamata “barba” o “fieno” da eliminare col coltello. Quando questo accade vuol dire che il carciofo è già troppo maturo. Se fosse rimasto sulla pianta infatti sarebbe sbocciato in una bellissima infiorescenza dal colore azzurro cielo o violetto. Ecco spiegato il perché questo ortaggio vada raccolto prima della sua maturazione.
L’Italia è il primo produttore al mondo, seguono Spagna, Egitto e Stati Uniti d’America, coltivato soprattutto nello Stato della California dove si tiene annualmente dal 1949 un festival a lui dedicato durante il quale si elegge la “regina del carciofo”. La prima edizione fu vinta nientemeno che da… Marylin Monroe. L’ortaggio vuole clima mite, soffre il freddo e ama terreno profondo e ricco di sostanza organica. L’impianto dura dai 3 ai 5 anni. Le attuali selezioni della pianta permettono di ottenere carciofi commerciali grossi, con o senza spine. Le varietà più coltivate in Italia e nei nostri orti sono il “Violetto” dal frutto affusolato e da consumare fresco e il “Romanesco” varietà primaverile.
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