“Che cosa devi fare se incontri un orso? Non correre. L’orso corre più forte di te. Non nuotare. L’orso nuota meglio di te. Non ti arrampicare da qualche parte. L’orso si arrampica meglio di te. Però potresti giocare un po’ col tablet. In questo dovresti essere più bravo di lui…”.
Tra il serio e l’ironico l’albo illustrato Se incontri un orso (Iperborea; età +5) costituisce una sorta di vademecum per come comportarsi, appunto, nello sventurato caso di trovarsi di fronte ad un plantigrado. A parte un paio di indicazioni scherzose, si tratta di una serie di suggerimenti intelligenti e competenti, proposti in un contesto divertente e, forse giustamente, anche un po’ fatalista. Di triste attualità, questo albo illustrato di origine “nordica”, scritto e pubblicato lontano nel tempo e nello spazio dalle problematiche che ci toccano da vicino non è, pertanto, l’ennesimo lavoro prodotto a tavolino per assecondare un bisogno contingente. Si tratta, piuttosto, di un lavoro di grande qualità.
Sulle sue pagine il ritmo narrativo è abilmente scandito dal susseguirsi attentamente studiato di immagini e parole. Soprattutto l’occupazione dello spazio bianco risulta di grande effetto non solo visivo, ma anche comunicativo.
Le piccole illustrazioni con le possibili azioni da intraprendere davanti ad un orso rappresentano bene, alternati su una singola pagina, i tentativi purtroppo non sempre efficaci di trovare una soluzione per questo sfortunato incontro. L’occupazione, invece, di tutto lo spazio della doppia pagina con un orso inferocito o il bambino lungo disteso che si finge morto, è altrettanto significativa sia della rilevanza del momento, sia del coinvolgimento che crea nel lettore. Completa la collaborazione di parole e testo, con la fisicità dell’oggetto libro, la pagina in cui, per vedere l’orso arrabbiato alzato sulle zampe posteriori, bisogna girare il libro di 180°.
L’ironia è la cifra che caratterizza queste pagine. La si rileva sia nelle illustrazioni, specialmente nella posizione di occhi e arti del bambino e dell’orso, sia nel testo con il suo tono da monologo semiserio, con punte di riflessione introspettiva.
Un libro perfetto per la lettura ad alta voce. Un libro che, in fin dei conti, altro non è che una riflessione seria sulla convivenza tra uomini e animali, sul rispetto che entrambi esigono, sugli spazi che entrambi vivono con le loro abitudini, caratteristiche e necessità. Un libro che non dà soluzioni, che non prende le parti né dell’uomo né dell’animale, ma, che divertendo, può far fare molte considerazioni.
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