Venerdì 16 giugno alle 20 alla Campana dei Caduti di Rovereto, nell’ambito dei venerdì della Campana e di Rovereto Estate, i cori Minicoro di Rovereto, Notemagia di Lizzana e Voci Stellate di Caldes uniranno le loro voci per l’iniziativa “Per non dimenticare, Vajont 60°“, tra testimonianze, letture e canti, nel ricordo della tragedia del 9 ottobre del 1963.
Il 3 giugno a Longarone si è svolta la manifestazione “Corinfesta, Vajont 60°” e si sono ritrovati più di 500 bambini rappresentanti di 30 cori della Galassia dell’Antoniano, provenienti da tutt’Italia a cantare per ricordare e non dimenticare. La Campana dei Caduti rappresenta il luogo simbolo ideale per ricordare e non dimenticare. Coi suoi ritocchi semina in tutto il mondo i valori della pace e della fratellanza, non solo perché non ci siano più guerre ma anche monito perché l’insipienza dell’uomo non abbia il sopravvento sulla vita.
La tragedia. Il 9 ottobre 1963 alle 22.39, 260 milioni di metri cubi di roccia e suolo, si staccano dal Monte Toc e finiscono nel lago artificiale creato dalla diga del Vajont a una velocità stimata tra i 70 e i 100 chilometri all’ora. A quel punto si alza un’ondata gigantesca che si divide: una parte si dirige verso l’interno del lago, l’altra, sollevandosi di circa 200 metri con i suoi 30 milioni di metri cubi, si scaglia contro la diga, scavalcandola e lasciandola praticamente intatta.
Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè vengono prima investiti da un enorme boato, poi dallo spostamento d’aria e in pochi attimi i cinque paesi scompaiono, inghiottiti dalla furia dell’acqua e del fango. Altri borghi e paesi risultano profondamente danneggiati o distrutti. I morti saranno 1.910 di cui 487 bambini con meno di 15 anni, 1464 sono sepolti al cimitero monumentale di Fortogna. Di questi, più della metà non hanno nome e molte sono persone mai più trovate.
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