“I n vista della primavera sto pensando a nuove piante ornamentali da mettere in giardino. Sfogliando i cataloghi di fiori avrei intenzione di piantare la passiflora. Mi dareste alcuni consigli? La pianta resiste al freddo?” – Eleonora (Trento).
Quando sul finire del XV secolo i missionari giunsero in Sud America e videro per la prima volta la passiflora rimasero colpiti e impressionati dalla rara bellezza del suo fiore. Tanto che attribuirono ad alcune sue parti un simbolismo religioso riferito alla passione di Cristo, identificando nel peduncolo centrale la colonna della flagellazione, negli stami gialli la spugna imbevuta di fiele, nei tre stimmi marroni i chiodi della crocifissione e nella corona di filamenti quella di spine. Così nacque il nome più diffuso della passiflora, il “fiore della passione”.
Conta diverse specie, tutte lianose, rampicanti. La più coltivata è la cerulea, pianta semirustica che però rivela insospettate doti di resistenza al freddo. Ha foglie lobate e porta moltissimi fiori che sbocciano da luglio a settembre con petali bianchi su cui si allarga una splendida corona di sottili filamenti color porpora alla base, bianchi al centro e azzurri verso l’esterno. La passiflora quadrangularis è meno rustica della cerulea, quindi adatta a climi miti e porta fiori viola, porpora o bianchi. La passiflora coccinea invece ha fiori rossi e come molti altri ibridi ha un notevole impatto visivo e ornamentale. In autunno maturano i suoi frutti, ovoidali, color giallo arancio che pendono dalle foglie come tanti lampioncini di grande effetto decorativo.
Il fiore della passione va piantato a primavera inoltrata (maggio) in terreno o vaso ben drenati, si concima e si innaffia generosamente dalla primavera all’autunno. La potatura annuale si esegue a marzo accorciando i rametti a 10 cm. dal fusto centrale. La pianta si arrampica su graticci, reti e colonne a formare angoli verdi di grande effetto ornamentale. Da marzo a settembre fertilizzare con concimi liquidi. I frutti sono molto gradevoli, dolci e commestibili, preferiti anche dai migliori chef. Nella alta ristorazione si dice che “la passiflora produce frutti col sapore di paradiso”. La moltiplicazione della pianta si fa per talea di fusto.
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