Le ultime vicende del Liceo classico di Merano sono emblematiche di certe dinamiche altoatesine. Con particolare relazione, in questo caso, al gruppo di lingua italiana (sempre ammesso che questa espressione si possa riferire a qualcosa di davvero definibile). È quella tendenza a buttare via, nella lite, quel poco che si ha, che dunque è destinato a rimanere sempre insignificante, a non crescere, a non svilupparsi su un piano virtuoso. Ma emerge anche, d’altra parte, il saper fare da quel poco molto. Meglio: il riconoscere in ciò che appare poco, debole, fragile, una ricchezza per tutti, al di là e al di sopra delle differenze linguistiche e culturali.
La polemica in poche parole. Il Liceo classico fu creato a Merano nel lontano 1923. Ben presto, come si usava a quel tempo, fu intitolato a Giosuè Carducci. Non è uno scherzo. Proprio l’anno prima anche il Liceo Ginnasio nato a Bolzano era stato chiamato così. Ma non è questo il problema. L’istituto meranese, sorto inizialmente in concorrenza (nel senso di coesistenza) col Ginnasio di lingua tedesca, rimase solo sulla piazza dopo l’attuazione della normativa che imponeva l’uso esclusivo della lingua italiana nelle scuole di ogni ordine e grado. Fu persino trasferito nella sede del soppresso Gymnasium, dove rimase fino agli anni ’80 del ‘900, dal dopoguerra in condominio col rinato Liceo classico Beda Weber.
Nel 1985 il Carducci fu spostato nel nuovo Villaggio scolastico di via Wolf, assieme ad altre scuole superiori, ognuna (più o meno) col proprio nome. Nei primi anni ’10 del nuovo secolo le riforme imposero l’aggregazione dei vari indirizzi superiori in un unico istituto. Fu allora che, con un processo di consultazione e partecipazione di tutte le componenti scolastiche, fu cercato un nuovo nome che potesse accomunare tutti gli indirizzi. La scelta cadde su Mohandas Karamchand Gandhi. La Grande Anima. Istituto di Istruzione secondaria di II grado in lingua italiana “Gandhi”, che raccoglie: Liceo classico, Liceo linguistico, Liceo delle scienze umane, Liceo scientifico, Liceo scientifico – opzione scienze applicate, Istituto Tecnico per il settore economico.
Si capisce già dalla successione dei fatti che la petizione, lanciata in primavera da un gruppo di vecchi studenti, per ripristinare il nome “Giosuè Carducci” non poteva di per sé aver ragion d’essere, se non altro per il fatto che l’Istituto non è più il piccolo Liceo, ma una realtà grande e composita, diverse scuole provenienti da altrettante tradizioni più o meno gloriose. Ancora meno senso ha mettere Gandhi e Carducci sulla piazza di Merano a fare il combattimento dei galli. Ma fortunatamente il Liceo classico di Merano, articolazione dell’Istituto Gandhi, cugino o fratellastro del Beda Weber, ha un preside, pardon dirigente, ha un corpo docente e il personale non docente, ha studenti ed ex studenti capaci di fare del poco (che non è poco) molto e del dibattito un momento di crescita.
Il 20 maggio scorso, in un auditorium troppo piccolo per contenere tutti i potenziali invitati, la bella festa del centenario, secondo il motto: “Tante voci, una storia”. Ma si sarebbe potuto dire anche “tante voci, tante storie” e sarebbe andato bene lo stesso.
Lascia una recensione