Tutti gli sciatori, a cominciare dai più piccoli, possono contare su questa figura professionale, riconosciuta con legge nel 1991. Il maestro di sci conosce bene la montagna, le piste, le tecniche e tutto quello che serve per divertirsi sciando in sicurezza. Ottenuto il diploma dopo una severa selezione ed un intenso percorso formativo, il maestro di sci può insegnare discesa, fondo, sci escursionistico e sci orientamento. Sono importanti l’umanità e la cordialità
che sa esprimere questo professionista della neve: può diventare un vero amico.
Mirco, in che cosa consiste principalmente il suo lavoro?
In tante ore di lezione sulla neve a piccoli e grandi. Personalmente ora alleno 70 ragazzini dello Sci club Città di Trento e li porto a sciare sulle piste del Monte Bondone.
Come si diventa maestri?
A 18 anni puoi cominciare a fare le selezioni per accedere al corso di formazione per maestri di sci. Esso prevede 90 giorni nell’arco di un anno e mezzo, con un esame finale al termine del quale si diventa maestro di sci alpino o maestro di sci di fondo o maestro di snowboard, tre diverse figure.
Quando ha cominciato a sciare?
A quattro anni, come un matto.
Vuol dire che andava fuori pista?
Nooo, voglio dire che mi piaceva tanto sciare, amavo la montagna, stare all’aria aperta, ci andavo anche tre o quattro volte in settimana. Ho fatto slalom gigante a livello agonistico e poi a 18 anni ho fatto le selezioni per diventare maestro.
Lavora insieme ad altre persone?
Si, come farei altrimenti con 70 ragazzini come voi? Mi avvalgo di quattro maestri di sci, uno dei quali è mia moglie.
Com’è cambiato il lavoro dal 1976 ad oggi?
La tecnica è cambiata in base all’evoluzione dei materiali. Si è modificato anche il modo di insegnare, anche se vorrei ricordare il saggio detto di un vecchio maestro di sci: “le punte sono sempre in avanti e le code sempre indietro”.
Le piace questa professione? Perché?
Ho amato subito la montagna e mi sono trovato proprio nel mio ambiente naturale. Poi ho apprezzato tanto il rapporto con le persone: la relazione con gli altri è una delle cose più importanti della vita.
Quale attrezzatura usa?
Il vestiario deve essere molto caldo: giacca a vento e pantaloni molto caldi e, ovviamente, i guanti. In testa anch’io porto il casco che è obbligatorio per i ragazzini: è indispensabile per la sicurezza. Lo consiglio a tutti.
Si è trovato ancora in situazioni critiche?
Non è un mestiere pericoloso, quando si scia in pista e si rispettano le regole fissate.
Come si tengono i suoi corsi di sci?
Con i principianti si parte dall’abbicì, con gli esperti si cerca di perfezionare la loro sciata. Il numero massimo di allievi dovrebbe essere dieci, per un rapporto personalizzato.
Accanto al Bondone, che è il suo luogo di lavoro, quale montagna preferisce in Trentino?
Vedi, considero il monte Bondone come la palestra di Trento, il luogo più vicino ma anche ben attrezzato. È anche quello che amo di più.
Quando faceva gare di discesa libera si buttava giù a uovo?
Sì, a uovo.
Quali persone incontra normalmente nel suo lavoro?
Di ogni età e professione, dall’imprenditore al dottore, all’architetto, è un dialogo che ti arricchisce sempre.
Quante ore di lavoro al giorno?
Mediamente dalle 6 alle 8 ore al giorno. In una stagione, un maestro di sci può fare dalle 500 alle 800 ore, dipende molto dalla località in cui opera.
In quale periodo?
Dalla metà di dicembre a fine marzo.
E nel resto dell’anno?
O fa un altro lavoro oppure va ad insegnare sui ghiacciai, allo Stelvio, Tonale, Senales. Lì si è nelle mani di Dio, dipende se durante l’inverno è nevicato molto oppure no. Io personalmente curo i corsi di specializzazione per i maestri; torno da un’esperienza molto bella a Bellamonte dove abbiamo curato la specializzazione nell’insegnamento a persone diversamente abili.
intervista realizzata dalla classe V A dell’Istituto comprensivo di Levico Terme
La scheda:
Nome: Mirco
Cognome: Maistri
Segni particolari: Istruttore, allenatore, vicepresidente del Collegio Provinciale Maestri di Sci del Trentino
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