Laura Nave, l’educatrice ambientale

È una persona sensibile ai problemi ambientali, dotata di buone capacità relazionali. L’educatrice (o educatore ambientale) opera infatti principalmente con le scuole di ogni ordine e grado con un’attività formativa mirata alla conoscenza dell’ambiente e alla sua tutela. Può essere un lavoro autonomo, da libero professionista, oppure alle dipendenze di un ente (i Parchi naturali, ad esempio), di un’associazione o di una cooperativa. All’educatrice si richiedono doti di comunicazione e abilità didattiche, oltre ad una buona cultura generale. Non è prevista ancora una laurea specifica, ma alcune università stanno attivando dei corsi.

Dove si trova la sede centrale del suo lavoro?

Opero come educatrice ambientale per il Parco naturale Adamello Brenta che ha la sua sede centrale in val Rendena, poco lontano da Pinzolo. Poi però ci sono tante altre sedi del parco, punti informativi, aree faunistiche e piccoli musei volutamente distribuiti sul territorio per raggiungere più persone.

Come si diventa educatrice ambientale?

Le strade possono essere diverse. Nel mio caso, sono laureata in Scienze forestali ed ambientali, ho vinto una borsa di studio del Parco Adamello Brenta per studiare l’orso bruno e, al termine, mi hanno chiesto di fare l’ educatrice ambientale.

Il suo lavoro cambia durante le stagioni?

Moltissimo. Nel periodo scolastico vado nelle scuole elementari e medie per condurre progetti su varie tematiche naturali: dall’orso alla botanica, all’acqua. D’estate invece mi dedico soprattutto ai turisti, accompagnando le persone che vengono a visitare il parco. Proponiamo anche serate tematiche.

Quali sono i problemi del suo lavoro?

Ad esempio, quando s’incontra una classe troppo vivace, che non vuole ascoltare. Ma può diventare anche una sfida educativa saper “conquistare” l’attenzione.

All’aperto è più facile o più difficile?

All’aria aperta, tutti i ragazzi si guardano in giro, si distraggono, sarebbero tentati di sgattaiolare via, in aula sono più costretti. Ma credo sia più bello vedervi liberi.

Perché, Laura, ha scelto questo lavoro?

Perché mi piace tantissimo stare con i ragazzi di tutte le età e forse anche perché i miei genitori erano insegnanti elementari e mi hanno trasmesso la passione. Ma mi piace anche perché sto in mezzo alla natura in vari periodi dell’anno.

Che difficoltà hai trovato all’inizio?

Trovandomi ad affrontare tante tematiche diverse, ho dovuto studiare un sacco prima di arrivare in classe. Ero emozionata e tesa nelle prime lezioni, stentavo a dormire il giorno prima.
Poi con l’esperienza…

L’interrogazione più impegnativa?

Quando sei studente puoi dire: non lo so. Quando sei insegnante è più brutto dover dire così: non lo so.

Hai mai incontrato uno degli orsi?

Sì, è stata davvero un’emozione incredibile, molto bella.

Quali regole ci sono nel parco?

Alcune sono regole di buon senso, valgono anche fuori dal parco. Altre invece vanno conosciute. Nel parco ad esempio bisogna tenere il cane al guinzaglio, non si devono raccogliere i fiori – anche i più comuni – perché li possano vedere e gustare tutti.

Cosa consiglia il buon senso?

Non bisognerebbe schiamazzare o fare rumore nel bosco. È bello vedere le persone rispettare l’ambiente, portarsi a casa i loro rifiuti. Serve una licenza speciale per Per ora no, anche se alcune università stanno pensando ad un corso di laurea per educatori ambientali, non solo per l’ambiente alpino ma anche per la pianura.

Ci racconti un incontro con gli animali?

Un giorno assieme ad un gruppo di turisti ho avuto la fortuna di osservare almeno una trentina di camosci. Con un buon cannocchiale si scorgevano perfino le femmine che allattavano dei cuccioli… È stato emozionante, siamo rimasti lì più di un’ora.

Come sta andando il progetto sugli orsi?

Per ora non verranno immessi altri orsi, ma i risultati del progetto sono stati molto buoni, pensate che da nove animali ne sono nati altri nove. Abbiamo lavorato insieme alla Provincia autonoma di Trento che si occupa direttamente della gestione degli orsi. Vorrei però precisare che il Parco si occupa di tantissime altre specie animali, fin dagli insetti più piccoli.

Un consiglio per noi ragazzi?

Venite a trovarmi per passare qualche giornata assieme, a scoprire i luoghi del Parco meno conosciuti. Intanto, studiate e documentatevi perché allora le uscite si apprezzano ancora di più.

intervista realizzata da ragazzi delle classi I A, I D e I F delle scuole medie Segantini-Bronzetti di Trento

La scheda:

Nome: Laura

Cognome: Nave

Segni particolari: Educatrice ambientale Parco Naturale Adamello Brenta

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