Bolzano – Con i suoi 1335 metri di quota è l’abbazia benedettina più alta d’Europa. Quella di Monte Maria è una storia altoatesina a tutti gli effetti. Nasce nel Medioevo fondata dai nobili di Tarasp, ancor prima che si parlasse della contea del Tirolo. Orbita, come la Venosta, nell’area engadinese e appartiene (come Merano fino ai primi dell’Ottocento) alla diocesi svizzera di Coira. È centro propulsore di cultura religiosa, ma anche di cultura tout court. Sono i monaci di Monte Maria che fondano il ginnasio meranese all’inizio del Settecento. E sono sempre loro che contribuiscono (malauguratamente, diremmo oggi) al tramonto del ladino venostano, ai tempi della Controriforma, quando il romancio è ritenuto strumento di diffusione delle idee della Riforma.
“Uno sguardo privilegiato. Il monastero benedettino di Monte Maria” è il titolo del volume che l’editore Raetia (l’antica provincia della Rezia che comprendeva la Venosta…) ha pubblicato di recente. Autori: per il testo il giornalista Matthias Mayr, per le immagini la fotografa Maria Gapp.
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