Domenica 7 maggio 2023 – V di Pasqua – Anno A
At 6,1-7; 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
“Avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”. 1Pt 2,4-5
Che cos’è la Chiesa? La domanda è di quelle capitali. Le letture domenicali rispondono a questo interrogativo presentandoci tre immagini diverse e complementari. La prima lettura ci ricorda che la Chiesa è la comunità del servizio reciproco. Non una società di servizi, ma la comunità nella quale ognuno fa per l’altro quel che Dio gli ha dato la grazia di fare: gli apostoli svolgono per la comunità il servizio della preghiera e dell’annuncio della Parola di Dio, i diaconi svolgono il servizio delle mense, e via di seguito. Dopo il Concilio Vaticano II si è parlato molto di Chiesa ministeriale e comunionale. Papa Francesco ama parlare della Chiesa sinodale (dove si cammina insieme) e della Chiesa ospedale da campo (dove ci si prende cura dei più deboli e bisognosi). La Chiesa ministeriale/ospedale da campo e quella comunionale/sinodale è la Chiesa nella quale ogni battezzato cerca di scoprire qual è il dono che lo Spirito Santo gli ha fatto e cerca di mettere questo dono a servizio della crescita complessiva della comunità cristiana della quale fa parte e del mondo intero. È urgente allora chiedere a se stessi: quale dono mi è stato fatto da Dio e come posso metterlo a servizio della mia comunità e di tutta la Chiesa?
La seconda lettura ci offre l’immagine della Chiesa intesa come edificio spirituale, fatto di pietre vive che si avvicinano le une alle altre nel momento in cui si avvicinano a Gesù, che è il fondamento su cui è costruito l’edificio stesso. L’idea di fondo contenuta in questa immagine è che, uniti a Cristo, tutti quanti noi diventiamo un unico grande tempio per la presenza e l’azione dello Spirito Santo. Questo significa che Dio è presente nella comunità dei cristiani prima ancora che nel luogo nel quale i cristiani si ritrovano. E, attraverso la comunità dei cristiani, sale a Dio Padre la lode di tutto il creato. Quando ci raduniamo come comunità cristiana per qualche celebrazione noi esprimiamo proprio questo: la Chiesa nella quale Gesù Cristo si rende presente è la comunità cristiana, edificata dallo Spirito sul fondamento che è Gesù Cristo risorto! Che cosa possiamo fare per aumentare in noi e nelle nostre comunità la consapevolezza che siamo il luogo della presenza di Dio mediante il suo Spirito?
La terza immagine ci viene dal vangelo di Giovanni e potremmo chiamarla la Chiesa come specchio: “Chi ha visto me ha visto il Padre” dice Gesù a Filippo (Gv 14,9). E, poco dopo, afferma: “chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre” (Gv 14,12). Come Gesù ha reso visibile il volto del Padre, così noi siamo chiamati a rendere visibile il Suo volto nel corso della storia e far sì che, in questo modo, tutta la storia si apra alla comunione con il Padre. Ciò avviene quando “compiamo le sue opere”, quando viviamo una fiducia piena nel Padre e un abbandono personale alla sua volontà. Noi rendiamo visibile Gesù Cristo nella storia perché lo Spirito ci abilita a trasformare la nostra esistenza in un unico grande gesto di amore e di donazione. Ci suggerisce san Francesco: “Nulla di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga Colui che tutto a voi si offre” (LOrd 29: FF 221).
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