Da Oltreconomia ad Altra Quota, il festival dal 18 al 21 maggio rifletterà sulla crisi climatica

Un festival che si propone come luogo di ritrovo e riflessione, quest’anno a partire dalla crisi climatica in atto. Torna dal 18 al 21 maggio, al Parco Santa Chiara, il festival OltrEconomia, che da quest’anno si chiamerà “Altra Quota”.

“Altra Quota cerca nuovi orizzonti sulle montagne dell’arco alpino. Non per sognare le meravigliose vette incontaminate – spiegano gli organizzatori – ma per restare vicino a quelle minacciate che rischiano di scomparire. Quelle che vedono i propri ghiacciai ritirarsi o distaccarsi. Quelle dove gli alberghi e impianti di risalita valgono più degli ecosistemi, che vengono sterminati per fare largo a paesaggi antropizzati”.

La crisi climatica sarà solo il quadro di partenza. Poi si rifletterà sulla crisi sanitaria ed energetica e della guerra per le risorse. “Non una minaccia futura ma un’urgenza da affrontare ora, in un presente di pratiche altre, collettive e condivise, lontana dalle non soluzioni che comprendono grandi opere inutili e dannose, accentramento e saccheggio delle risorse e monopoli nelle mani del capitale”, sostengono gli organizzatori di “Altra Quota”.

IL PROGRAMMA

Il 18 maggio 2023 la conferenza “Acqua, tra siccità e diritti” inaugura le quattro giornate. Seguendo il filo blu dell’acqua, Vanda Bonardo, presidente di CIPRA Italia e di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Corrado Oddi, referente del Tavolo di Lavoro sulla Siccità del Forum Italiano di Movimenti per l’Acqua, e Simona Savini, attivista di Greenpeace e animatrice della campagna Agricoltura, aiutano ad animare uno spazio politico e di partecipazione a partire dal bene comune più
prezioso, preparando ad una stagione calda, tra mobilitazioni ed emergenze.

“Conflitti e crisi ecologica. Il neocolonialismo nella culla del capitale” è il tema della giornata di venerdì 19 aprile. Progetti di morte e di controllo delle risorse a cui si oppone la lucha por la vida di centinaia di comunità indigene in mobilitazione permanente per difendere i propri territori e la loro stessa esistenza. La delegazione di Ya Basta Edi Bese, di ritorno dalla grande carovana “El Sur Resiste”, ci racconta delle comunità del sud-est messicano che stanno mettendo in rete le proprie lotte e resistenze contro il Tren Maya, del Proyecto Integral Morelos, del Corredor Interoceanico, una delle aggressioni capitaliste più violente della storia della regione. Con lo storico Gabriele Proglio e le ricercatrici Alice Dal Gobbo e Maura Benegiamo si cercherà di comprendere questi processi, riflettendo al contempo sulla mai arrestata avanzata del modello coloniale estrattivista. Durante la serata verrà proiettato “Oltre i bordi”, l’ultimo documentario di Simone Brioni e Matteo Sandrini prodotto da 5e6 film. Una narrazione dell’Africa orientale italiana degli anni ’30 che intreccia le riflessioni personali e la storia collettiva, condivisa da colonizzatori e colonizzati,

Le Olimpiadi invernali Milano – Cortina 2026 sono il cuore di una giornata, quella di sabato 20 maggio, in cui la montagna la fa da protagonista, tra turismo di massa, antropizzazione selvaggia e speculazione. In un dibattito accompagnato da Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, Roberta de Zanna, consigliera comunale di Cortina Bene Comune, e i movimenti che lottano per la giustizia climatica e sociale si rifletterà su come la kermesse olimpica sia diventata il pretesto per sviluppare decine di progetti milionari, impattanti sull’ambiente e le comunità che li subiscono.

La giornata conclusiva (21 maggio) ritorna ad abbracciare il territorio: i temi vanno dalla Sloi alle Università, passando per “una rete idrica obsoleta che ha bisogno di essere rivista”. “Non poteva mancare – concludono gli organizzatori – un momento dedicato al Dolomiti Pride, con conferenze sul tema per dare visibilità alle persone LGBTQIA+ e a tutte le istanze di libertà, autodeterminazione, inclusione e uguaglianza, rivendicando i valori di antifascismo, antirazzismo e antisessismo e continuando a lottare per una società più libera e giusta per tutte le minoranze oppresse”.

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