Lunga coda biforcuta, ventre bianco crema, fronte e sottogola rosso mattone e un collarino a mo’ di bavaglio sulla stessa tonalità blu scuro del piumaggio del dorso: la rondine è un uccello che tutti riconoscono. Dopo aver trascorso i mesi invernali nei Paesi dell’Africa equatoriale e sono tornate ad animare i cieli trentini con i loro voli acrobatici, anche se meno numerose di un tempo.
Questa specie costruisce il suo nido, fatto di fango e paglia, vicino a zone abitate: sulle case, sui tetti di stalle, edifici di campagna, ponti e garage. Anche se è facilmente osservabile, la rondine è anche una specie che sta scomparendo in numerosi territori, infatti a livello Europeo si stima una perdita del 25% in poco più di 10 anni, ma per alcune aree del nord Italia, nello stesso periodo, il crollo è arrivato addirittura al 56%. Le cause di questo andamento sono diverse: la banalizzazione del paesaggio agricolo, la modernizzazione delle tecniche di allevamento, le modifiche strutturali agli immobili e non ultimi i cambiamenti climatici.
Il MUSE e la LIPU (lega italiana protezione uccelli) Sezione di Trento invitano cittadine e cittadini a segnalare l’avvistamento di nidi di rondini, in modo da partecipare al censimento delle colonie di questi uccelli e conoscere meglio la distribuzione dei siti di nidificazione e documentare le possibili minacce per la loro conservazione.
“La diminuzione delle rondini non ha risparmiato nemmeno il territorio della provincia di Trento – spiega Paolo Pedrini, ornitologo del MUSE. “Nella nostra provincia il quadro conoscitivo sulla sua distribuzione non è del tutto completo. Oltre ad alcuni siti storici, noti ai ricercatori, è facile immaginare che molti altri nidi siano sparsi in Trentino. È proprio per questo motivo che è importante attivare una rete capillare di osservazione, che possa rilevare la loro presenza sul territorio. Un’operazione che grazie al contributo della popolazione può diventare davvero importante”.
Per contribuire è sufficiente scaricare gratuitamente la APP iNaturalist sul proprio smartphone e caricare le proprie osservazioni seguendo il progetto Rondini&Co. In caso di difficoltà, il MUSE mette a disposizione sul proprio canale Youtube anche due video tutorial per imparare a utilizzare l’App.
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