Va estendosi in tutta la diocesi la formula di quattro incontri biblici per gli adulti che cercano “il volto di Gesù”. E anche i giovani “gustano” lo stesso vangelo di Marco
In questa stagione autunno-inverno varie comunità della diocesi sono state toccate da una pioggia rigenerante, fino alle radici. Un'annaffiatura silenziosa, naturalmente lenta, ma capillare. Così si presenta, ad un primissimo sondaggio, l'avvio dell'iniziativa denominata “Sulla tua Parola”, che suggerisce l'invito a costituire piccoli gruppi – non più di 10-12 persone – che s'incontrano per quattro serate attorno alla lettura del Vangelo di Marco. Un'oretta, non di più, ma con un metodo innovativo, finora apprezzato: “Abbiamo già voglia di ritrovarci nel mese di marzo, per il secondo giro di quattro incontri”, dicono in una parrocchia cittadina.
In tutto sono ben 21 i decanati interessati in vario modo alla formula.Dopo il “lancio” di presentazione, hanno visto gemmare gruppi di adulti affascinati dalla novità che era rivolta anche ai Comitati parrocchiali delle numerose Unità pastorali ma generalmente “a chi desidera mettersi in gioco”.
Non è un gruppo di esegesi
Attenzione, non si trattava della riedizioni di gruppi della Parola sul vangelo domenicale, in alcune parrocchie ancora vivaci. E nemmeno di una mini-scuola per operatori pastorali che vogliono irrobustirsi nella competenza biblica. “Abbiamo posto come un punto fermo la prospettiva pastorale, non biblica – spiegano nell'equipe dell'Ufficio catechistico che coordina l'iniziativa – si vuol dare l'opportunità alle persone d'incontrare la Parola, lasciarsi interrogare da essa e, con libertà, esprimere perplessità, porre domande”. Non quindi con l'atteggiamento dello studente, esigente o passivo, ma con il desiderio esistenziale del credente che indaga nella propria vita a partire dal vissuto del Vangelo.
Ognuno dei quattro incontri, introdotto da un'invocazione allo Spirito, parte proprio dalla lettura del passo del Vangelo di Marco. Se andiamo a leggere le domande-chiave che guidano il confronto, ne cogliamo il taglio esistenziale: “Quali caratteristiche del volto di Dio ho incontrato nel brano? Cosa dice questo volto di Dio alla mia vita? Quali difficoltà ho incontrato nel cercare Dio?” e infine-… “Mi è rimasto un dubbio…”.
Per molti un tale avvicinamento alla Parola si è rivelato umanizzante, incoraggiante: “Nessuna esperienza cristiana si può capire, se non a partire dall'umanità di Cristo – ci spiega il delegato per la catechesi don Rolando Covi – quell'umanità di Cristo grazie alla quale Dio si rivela e l'uomo scopre la sua identità. In questi incontri quest'attenzione vuole essere prioritaria, per non correre il rischio di una lettura moralista della Parola, quella che riduce Cristo ad un buon esempio da imitare e il Vangelo ad un codice di vita etica”.
Un'ora da dedicare a se stessi
Dai riscontri già arrivati all'equipe coordinatrice questa centralità di Cristo appare ben focalizzata: “Si è compreso che non si tratta di puntare alla profondità esegetica, ma principalmente di cercare insieme un volto di Dio ancora poco conosciuto – osserva Cecilia Cremonesi, collaboratrice dell'Ufficio catechistico – che è il volto di Gesù Cristo, sempre capace di stupire e di affascinare. Non si mira a cercare risposte da esperti, ma a far crescere delle domande, da esprimere e condividere, collegando la vita al Vangelo”. Un'impressione: l'elemento più attraente per chi ha partecipato ai gruppi? “Direi la gratuità di questa proposta che non implica un impegno a fare qualcosa per gli altri – risponde Cecilia, sulla base dell'esperienza vissuta nel gruppo di Pergine – ma che consente di regalare a se stessi un'ora in settimana per confrontarsi con la Parola in compagnia di altre persone. E' un modo forte per condividere la vita, in confidenza. Può nascere un legame che ci porta a invitare altri a provare lo stesso percorso”.
Anche il primo incontro in Primiero – dove sono partiti tre gruppi, uno per ogni Unità pastorale – ha confermato la “voglia” dei partecipanti a fare la propria parte: quasi tutti sono intervenuti nel confronto. Impressioni? “L'interesse è alto – riassume Alessandro Chiopris, che ha svolto il servizio di facilitatore, un ruolo non centrale ma previsto perchè tutti si possano esprimere – e si vede come si sia portati spesso a ripiegarsi sul piano dottrinale e teorico, esponendo risposte già date; in altri casi, invece, si riesce ad essere più spontanei e diretti, condividendo con gli altri anche le proprie difficoltà personali. L'auspicio è che questa dimensione esperienziale possa via via crescere”.
Era stato lo stesso Arcivescovo Lauro, rivolgendosi lo scorso 28 ottobre ai partecipanti confluiti da tutta la diocesi in seminario, a sottolineare questa ricerca del volto di Dio, già indicata nella sua lettera pastorale “La vita è bella”. Una ricerca che ha bisogno anche di spazi di silenzio: “Quella domenica avevamo apprezzato lo spazio lasciato all'adorazione eucaristica e alle confessioni”, osserva a proposito Alessandro Chiopris, che insiste sul valore di queste momenti “oasi di misericordia”, per Papa Francesco.
Nella linea della Evangelii Gaudium si muove dunque la proposta “Sulla tua Parola” con un respiro diocesano che rafforza e crea comunione: non a caso anche i giovani sugli stessi brani di Marco compiono il loro cammino parallelo nei tanti incontri settimanali moltiplicatisi con “Passi di Vangelo”: “E' importante – sottolinea Cecilia – che anche la Pastorale giovanile sia collegata a questo percorso degli adulti nella fede”.
Dai vari gruppi converranno a Trento per incontrare in un secondo incontro l'Arcivescovo don Lauro anche domenica 25 febbraio (ore 15-17) nella chiesa del Santissimo e non più in quella del Seminario che si era rivelata troppo stretta. Insomma, la Parola si prende spazio e la formula dei piccoli gruppi è destinata a crescere ancora.
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