Dante varca la soglia del Paradiso a mezzogiorno. Gli studenti del Collegio Arcivescovile di Trento, però, hanno scelto di ambientare il loro Dantedì a mezzanotte, con una lettura del primo canto del Paradiso sotto le stelle, sul tetto della scuola, che è stata trasmessa anche in diretta Youtube.
Hanno prestato la voce a Dante Gabriele Bonenti ed Emanuele Cice, mentre hanno interpretato Beatrice, che lo accompagna in questo ultimo viaggio, Esther Favari e Angela Nardin.
Così si conclude il primo ciclo dei Dantedì all’Arcivescovile di Trento, come ci ha raccontato la professoressa Vittoria Ottaviani, “anima” dei Dantedì della scuola. “Il primo anno, per i settecento anni dalla morte di Dante, abbiamo proiettato una scritta luminosa, 700, sulla facciata del convitto – racconta – mentre per il secondo anno abbiamo costruito una montagna con diversi piani, così come è fatto il Purgatorio, all’alba. Quest’anno invece abbiamo deciso di optare per una location insolita, al buio, illuminata da un faro, anche se il Paradiso parte a mezzogiorno. Abbiamo scelto il tetto della scuola perché è un’altezza che ci avvicina al cielo“.
Mentre gli studenti che hanno recitato il Paradiso sono delle quinte superiori dei licei classico e scientifico e degli istituti economico e grafico, un altro progetto ha coinvolto anche le classi terze e quarte e alcune prime. “Hanno trascritto tutti i 34 canti dell’Inferno, quindi 4720 venti versi, che ora compongono un libro che rilegheremo”, spiega la professoressa.
“Il primo ciclo dei Dantedì va a concludersi con questa terza serata e con questa terza cantica. Vorrei ringraziare i ragazzi per l’impegno, la professionalità e la passione, e la professoressa Ottaviani, mente e anima di quest’iniziativa”, ha commentato il preside del Collegio, Christian Bonazza, presente assieme alla vicepreside, Marta Dalmaso, e all’assessora alla cultura del Comune di Trento, Elisabetta Bozzarelli. “Non c’è dubbio – ha detto l’assessora – che l’Arcivescovile ci abbia donato dei Dantedì memorabili, che vanno oltre i limiti di un’impostazione classica dello studio e della ricerca che si fa nelle nostre scuole”.
Il Dantedì è stato dedicato quest’anno a Paolo Rizzolli, studente dell’Arcivescovile che si era diplomato da poco quando è scomparso, a settembre 2022. “Aveva definito Dante un viaggiatore multiforme, come Ulisse, un personaggio che, grazie alle storie, era capace di vivere molte vite oltre alla propria”, ha spiegato la professoressa Ottaviani dedicandogli l’iniziativa.
CURIOSITA’
I Dantedì sono nati nel 2021, per ricordare i settecento anni dalla morte del “sommo poeta” (1321-2021). E’ stata scelta la data del 25 marzo perché, secondo alcuni studiosi, il viaggio di Dante inizia proprio in quella data, che è anche il momento in cui, nel Trecento, cominciava la settimana santa.
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