Non è facile avere dodici anni e amare la ginnastica ritmica se sei un ragazzino con questa passione nel cuore. La ginnastica ritmica, infatti, è uno sport territorio quasi esclusivo delle ragazze e per Danni, protagonista di “Mille briciole di luce” (Il Castoro – età +11), cui è da poco morta la mamma che praticava questo sport a livello agonistico, è praticamente impossibile allenarsi alla luce del sole. Così lo fa di nascosto con la sua amica Ambra. Per Danni le cose a casa e a scuola non vanno benissimo anche se suo papà fa di tutto per crescerlo al meglio da solo. Dei suoi amici Danni si fida e anche della parrucchiera amica della mamma che va a trovare quasi ogni settimana. Ma gli manca sempre qualcosa. La storia di Danni è una storia di sport, ma anche di crescita, di bullismo e di amicizia. Nel corso della narrazione, infatti, lui si allena come ogni sportivo, cresce nel rapporto con i suoi amici e viene picchiato dai bulli perché si è messo un body ed è stato gentile con una bambina. Alla fine, però, su tutto vince il suo desiderio di praticare liberamente la ginnastica ritmica e di poter essere se stesso.
La struttura narrativa scelta da Silvia Vecchini per questo romanzo è molto particolare: il romanzo è mescolato alla poesia e al teatro, alla tragedia greca nello specifico. Divisa in atti e non in capitoli, questa storia è accompagnata dai versi del coro delle ginnaste che commenta e accompagna e/o preannuncia gli eventi narrati.
Nel complesso si tratta di un racconto poetico, realistico e lieve, ottimo esempio di ciò che Silvia Vecchini è capace di scrivere. Il suo modo di parlare ai giovani lettori di argomenti importanti e sensibili è unico. Le sue storie sono allo stesso tempo dense e essenziali e sanno colpire nel segno. La storia di Danni, nello specifico, mostra chiaramente ai lettori che non ci si deve lasciar abbattere dagli ostacoli, che si devono perseguire le proprie passioni e che si deve combattere contro ogni stereotipo. Lo sport e le attività di gruppo fuori dalla scuola sono importanti per i ragazzi per trovare se stessi, per imparare a chiedere aiuto, per incanalare le energie e capire come muoversi e dove andare, anche se il posto prescelto è uno spazio dove non si è previsti. Il colpo di scena finale di cui Danni è protagonista rappresenta, infatti, la sua rivincita: ragazzo di paese sfida il pensiero comune del borgo dove vive e contro tutto e tutti volteggia con grazia sul palco, sfondando con successo il muro che ingabbiava il suo coraggio e la sua intraprendenza e dando, così, una svolta alla sua vita, mostrando che le cose possono anche cambiare.
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