L’ora di adorazione del 1° febbraio, come sempre il primo giovedì del mese alle 16 nella chiesa di S. Chiara, prenderà lo spunto dalla Giornata della vita consacrata. La riflessione offerta per questo mese dal Sodalizio Adoratori S. Chiara.
Ci si potrebbe domandare: perché pregare davanti all’Eucaristia, se Cristo si può incontrare dovunque?
Certo, la forza inattesa e rivoluzionaria della preghiera può rivelarsi in qualsiasi momento – e sempre di dono dall’alto si tratta – ma posso trascurare il fatto che lì, in quel Pane, c’è viva e vera la Presenza del Signore? Lì c’è il “mistero della fede”, davanti al quale la mia fede personale è costretta a mettersi a nudo. Lì Gesù mi aspetta, nel più reale dei suoi modi di presenza, con l’infinita dedizione che lo ha portato fino alla croce. Lì, nel sacramento del Pane, mi ricorda il suo irriducibile desiderio di farsi Vita della mia vita.
La Presenza eucaristica del Signore è come la sintesi incandescente di tutta la storia della salvezza, che è l’incredibile storia di un Dio che ama a tal punto l’umanità sua creatura da volerla sposare. Adorare l’Eucaristia ha senso perché “soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera” del Signore che vuole fare di noi “una cosa sola” con sé (SC 66).
Occorre però educarci a questo, lasciarci educare a questo proprio dalla Presenza perdurante del Signore. Adorare per lo più non ci viene spontaneo. Occorre imparare un “galateo eucaristico”, un “prima Tu” detto al Signore. Sappiamo bene come è facile nella preghiera non rispettare le precedenze e finire con l’essere sempre noi al centro della scena, coi nostri dolori e le nostre preoccupazioni, i nostri lamenti e le nostre richieste. Come fare per evitare questo rischio? Ha detto una volta Papa Benedetto: “Dobbiamo continuamente imparare a pregare pregando con la Chiesa”. Impariamo dalla Chiesa che celebra, unita a Gesù come sua “sposa amatissima”. Impariamo a ri-collocarci nei grandi atteggiamenti della Preghiera eucaristica: il rendimento di grazie, la lode, l’ascolto, la memoria, l’offerta del sacrificio, la preghiera d’intercessione.
La povertà della nostra preghiera personale non ci farà più paura, perché scopriremo di avere a disposizione il tesoro della Sposa. Ci accorgeremo della sapienza e della sobrietà delle parole della Liturgia, sentiremo in esse l’eco della Parola di Dio e ringrazieremo di poter attingere nuova fede, nuova speranza e nuova carità alla mensa della verità, della gioia, della vita.
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