“Il Trentino oggi accoglie la metà dei richiedenti asilo che accoglieva cinque anni fa. Per scelta deliberata della giunta Fugatti che scientemente ha smantellato un sistema efficiente di accoglienza diffusa su tutto il territorio. Crediamo che di fronte ad una nuova emergenza e all’incremento dei flussi di migranti che sbarcano sulle nostre coste o ai nostri confini in cerca di un futuro migliore il Trentino possa e debba fare la propria parte. Senza demagogia”. Così i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, commentano i numeri sui richiedenti asilo accolti sul territorio provinciale illustrati dal dirigente Ruscitti. E rimarcano: “I numeri dell’accoglienza non possono essere determinati da un dirigente. Sono una scelta della politica. Fugatti deve spiegare perché il Trentino non può accogliere”.
Secondo le tre confederazioni “mentre ancora si contano le vittime degli ultimi naufragi in mare e si assiste ad un inaccettabile rimpallo di responsabilità la Provincia mette le mani avanti per chiudere ad eventuali nuovi ingressi, sottraendosi ad un atto di responsabilità e solidarietà. Cosi però non si crea una comunità più sicura, solo più insicura, più chiusa, meno integrata”.
Cgil Cisl Uil ricordano che lo smantellamento del sistema dell’accoglienza diffusa ha portato anche a disperdere un importante capitale di competenze e professionalità con la cancellazione di circa 200 posti di lavoro, occupati in massima parte da giovani trentini e puntano il dito contro le inefficienze dell’attuale gestione che, stando anche alla segnalazione di alcune lavoratrici e lavoratori, non garantisce alle persone accolte e a quanti operano per assisterli ed integrarli, adeguata assistenza sanitaria, con screening preventivi anche alla luce di diversi casi di tbc: “Una situazione che mette a rischio la salute dei rifugiati, di chi lavora a loro fianco e della nostra comunità”.
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