“La fede si trasmette soltanto in dialetto”

Senza la lingua dell'amore, il compito è quasi impossibile. “E il dialetto dei bambini va accolto dai genitori per crescere nella fede”

“La trasmissione della fede si può fare soltanto in dialetto”, ha detto il Papa ai genitori dei neonati appena battezzati: “nel dialetto della famiglia, nel dialetto di papà e mamma, di nonno e nonna”.

Nel giorno della memoria del battesimo di Gesù, la scorsa domenica 7 gennaio, Francesco ha amministrato il sacramento del battesimo a 34 bambini e bambine, nella splendida cornice della Cappella Sistina.

“Poi verranno i catechisti a sviluppare questa prima trasmissione, con idee, con spiegazioni”, ha proseguito nell'omelia, pronunciata completamente a braccio: ma “se manca il dialetto, se a casa non si parla fra i genitori quella lingua dell’amore, la trasmissione non è tanto facile, non si potrà fare. Non dimenticatevi. Il vostro compito è trasmettere la fede ma farlo col dialetto dell’amore della vostra casa, della famiglia”.

D'altro canto anche i bambini hanno il proprio dialetto, e questa lingua dei bambini “piace tanto a Gesù”, che ci consiglia di parlare come loro. “Nelle vostre preghiere siate semplici come loro, dite a Gesù quello che viene nel vostro cuore come lo dicono loro. Oggi lo diranno col pianto, sì, come fanno i bambini”.

“Il dialetto dei genitori che è l’amore per trasmettere la fede, e il dialetto dei bambini che va accolto dai genitori per crescere nella fede”, ha detto Francesco riassumendo la sua omelia: “Continueremo adesso la cerimonia; e se loro incominciano a 'fare il concerto' è perché non sono comodi, o hanno troppo caldo, o non si sentono a loro agio, o hanno fame…”. “Se hanno fame, allattateli, senza paura, date loro da mangiare, perché anche questo è un linguaggio di amore”.

Più tardi, all'Angelus, il Papa ha esortato i 20mila presenti in piazza San Pietro a fare memoria del proprio battesimo. Ricordare il battesimo di Gesù, significa ricordare “la disponibilità di Gesù a immergersi nel fiume dell’umanità, a prendere su di sé le mancanze e le debolezze degli uomini, a condividere il loro desiderio di liberazione e di superamento di tutto ciò che allontana da Dio e rende estranei ai fratelli”.

“Io non posso farvi la domanda se voi ricordate il giorno del vostro battesimo, perché la maggioranza di voi eravate bambini, come me”, ha aggiunto il Papa parlando a braccio: “Ma vi faccio un’altra domanda: voi sapete la data del vostro battesimo? Conoscete in quale giorno siete stati battezzati?”. “Ognuno ci pensi”: è una data che dobbiamo conoscere, avere sempre nella memoria, “perché è una data di festa, è la data della nostra santificazione iniziale, è la data nel quale il Padre ci ha dato lo Spirito Santo che ci spinge a camminare, è la data del grande perdono”. E alla fine dell'Angelus ha aggiunto: “Non dimenticatevi il compito a casa: quale è la mia data del battesimo”?

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