L’auditorium dell’ospedale Santa Chiara di Trento è stato intitolato alla memoria del professor Renato Miori, che diede un contributo fondamentale non solo allo sviluppo della medicina interna, ma anche all’organizzazione degli ospedali e della sanità trentina in generale.
Il fratello Ennio Miori, già professore di violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, ha eseguito un brano di Johann-Sebastian Bach molto caro al professore, “Sarabanda in re minore” dalla Seconda Suite per violoncello solo.
“Renato Miori non fu soltanto un insigne professionista e un importante medico, ma è stato anche portatore di una visione più ampia e innovativa della medicina e dell’assistenza alle persone, che ha saputo guardare al di là delle mura dell’ospedale”, ha detto l’assessora provinciale alla salute, Stefania Segnana. “Ricordo soprattutto il suo contributo alla costruzione del sistema sanitario trentino, mettendo a disposizione, negli anni in cui la sanità era entrata a far parte delle competenze esclusive della Provincia autonoma, la sua lunga esperienza di medico e la sua profonda conoscenza del funzionamento degli ospedali. In definitiva, si può tranquillamente affermare che l’opera e gli insegnamenti del professor Renato Miori, che ricordiamo con profonda gratitudine, hanno posto le fondamenta per la sanità di oggi”.
Antonio Ferro, direttore generale dell’Apss, ha ricordato come Miori “portò per primo negli ospedali trentini il metodo dell’evidenza clinica nella quale gli interventi diagnostici e terapeutici andavano scelti in base alla loro efficacia provata scientificamente. Ne è un esempio la trasformazione, negli ultimi anni, dell’attività medica per intensità di cure, trasformazione che ha permesso tra l’altro di affrontare negli ospedali trentini in maniera appropriata l’emergenza Covid19”.
Nato il 15 settembre 1927 a Padergnone in Valle dei Laghi, dopo essersi laureato in medicina e chirurgia all’Università di Padova, Miori si specializzò in cardiologia, in medicina interna e in geriatria e gerontologia. Libero docente nel 1967 all’Università di Padova, abbandonò la carriera universitaria per dedicarsi all’attività in ospedale a beneficio della collettività e dei pazienti. Fu dapprima primario di medicina all’ospedale di Tione, poi di Rovereto e nel 1978 vinse il concorso di primario di medicina interna dell’ospedale Santa Chiara, incarico che mantenne fino al momento della pensione nel 1992. Ma Miori è stato anche molto attivo nel sociale: dal 1974 e per più di trent’anni ha prestato la sua opera come presidente del consiglio di amministrazione dell’Associazione centro antidroga del Trentino che, fino al 1985, ha svolto la funzione pubblica di Centro medico e di assistenza sociale, divenuto poi Servizio tossicodipendenze.
A nome dei familiari sono intervenute le figlie Claudia e Francesca che, nel ringraziare, a nome della madre, del fratello e di tutti parenti, la sanità trentina per l’importante riconoscimento alla memoria del padre, hanno evidenziato: “Ringraziamo medici, infermieri, personale sanitario e tutti coloro che hanno supportato con entusiasmo questa iniziativa che fa rivivere la figura, il nome e la passione di papà per la medicina, la ricerca scientifica e la cura dei malati e rende vivo ed attuale l’insegnamento che ci ha lasciato di impegnarci e di mettere passione in quello che facciamo per gli altri”.
Lascia una recensione