Il verbo impattare indica propriamente un urto tra due corpi in un’azione fisicamente violenta. Negli ultimi anni si ricorre a questo verbo per riferirsi all’effetto che noi produciamo su e nel mondo dal punto di vista ecologico e ambientale, parlando appunto di impatto, evocando un significato di forza bruta. L’edizione 2017 di Winter nasce per attutire il colpo di questo gesto: “Impact”, questo il titolo e la tematica del ritiro giovanile di Rovereto, si è tradotto infatti in tre giornate in cui pensare all'impatto ambientale, per prendere coscienza della portata dei problemi connessi e per ragionare insieme sulle modalità di affrontarli.
Le tre giornate piene, da mercoledì 27 a sabato 30 dicembre, hanno visto protagonisti una cinquantina di ragazzi tra i 14 e i 27 anni che negli ambienti della parrocchia di S. Giuseppe, hanno vissuto prima di tutto un'esperienza di vita comunitaria nello stile di Taizé.
La riflessione condotta lungo i tre giorni ha avuto una scansione regolare e degli obiettivi di lavoro molto chiari: tre mattinate di ascolto di esperti sul tema che attraverso le loro relazioni hanno fornito non solo spunti, ma prima di tutto dati e conoscenze per poter affrontare un dibattito consapevole ed aggiornato. Durante la prima giornata si è parlato infatti di rapporti di politica internazionale con Fabio Pipinato, il secondo giorno di ecologia con don Massimiliano De Franceschi ed il terzo di azione concreta con l'associazione Mandacarù.
Un vero e proprio lavoro produttivo si è svolto poi nei gruppi, diversi secondo l'età, al termine dell'apprensione delle problematiche: i più giovani hanno avuto l'onere di pensare daccapo una “smart city”, ne hanno disegnato la mappa ne hanno realizzato il plastico. Il gruppo del triennio dei licei, invece, si è immaginato al governo dell'esecutivo di una nazione ed ha elaborato un iter che varasse provvedimenti efficaci per l'ambiente. Gli universitari, infine, sono stati divisi in “buoni e cattivi” dittatori del mondo e si sono quotidianamente confrontati su temi come istruzione, sanità, media, politica estera. “Il clima eccellente e l'affiatamento delle ragazze e ragazzi”, commenta soddisfatto l'organizzatore Enrico Dal Fovo, “ha restituito dei confronti e delle idee davvero di alto livello, tutte presentate l'ultimo giorno”. Entusiasta delle elaborazioni dei ragazzi anche don Luigi Giovannini, responsabile e ideatore del campo, che racconta: ”I giovani hanno approfondito soprattutto il tema sul miglioramento della scuola, esprimendo il desiderio di essere attivi nel fare la scuola, partecipando alla selezionare degli insegnanti e investendo di maggiore importanza la formazione personale piuttosto che i voti conseguiti nelle singole materie”.
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