Venticinque anni fa, il 3 febbraio 1998, la strage della funivia del Cermis

Il 3 febbraio 1998 arriva nelle redazioni una notizia dalla valle di Fiemme, dalle splendide piste dell’alpe Cermis. “E’ caduta la funivia! Sono tutti morti”. Il pensiero va al 9 marzo 1976: per un errore di manovra la cabinovia del Cermis si schiantò sui prati di Salanzada. I morti furono 42. Sciatori e operai degli impianti. La colpa ricadde sul manovratore Carlo Schweizer.
Nonostante tentativi di depistaggio emerge quasi subito che questa volta è stato un aereo militare partito dalla base USA di Aviano, un Grumman EA-6B Prowler del corpo dei Marines, a tranciare le funi del tronco inferiore della funivia volando troppo a bassa quota.
Un volo fuori legge: l’aereo EA-6B volava a velocità maggiore e a una quota molto minore di quanto permesso.
La vicenda processuale, sottoposta ai vincoli degli accordi internazionali, si concluse con un nulla di fatto. Il 3 marzo 1999 arriva il verdetto di assoluzione. Dei quattro marines a bordo del caccia americano solo due sono condannati, tardivamente, a pene leggere: il pilota Richard J. Ashby e il navigatore Joseph Schweitzer. Non per la strage, ma per aver distrutto il video girato durante quel volo di addestramento.
La strage è derubricata a incidente.

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