Arianna Sittoni, il ricordo di una compagna di squadra: “Persona speciale, i momenti passati con lei lasciavano sempre tutti di buon umore”

Una bella immagine di Arianna Sittoni in montagna

La sua passione più grande era la montagna. Si era iscritta al corso per fare la soccorritrice alpina e qualche volta ci diceva: ‘Guarda che alla partita del 29 non ci sono, perché il giorno dopo devo allenarmi per prendere il brevetto’. Noi cercavamo di convincerla a venire a giocare, ma per lei era troppo importante farcela”.

Manuela Zampedri, compagna di squadra nella squadra locale di broomball “B. C. Linci”, ricorda così Arianna Sittoni, 30 anni, travolta dalla valanga che si è staccata in val Orsera nel pomeriggio di martedì 24 gennaio. Arianna era assieme all’amico Guido Trevisan, 46 anni, ex gestore del rifugio Pian dei Fiacconi, che nella valanga è rimasto ferito. La sua passione per la montagna l’aveva portata anche sulla Marmolada nel giorno in cui è avvenuta la tragedia in cui hanno perso la vita undici persone. Lei aveva scalato l’altro lato della Regina delle Dolomiti, e il 6 luglio su Instagram scriveva: “Alla montagna non si comanda, a volte ci si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

La trentenne abitava a Viarago, frazione di Pergine Valsugana, vicino ai genitori e al fratello. Lavorava al bar Bazar, a pochi passi dal centro di Pergine Valsugana, che il giorno dopo la sua morte l’ha ricordata cambiando la foto del profilo Facebook, ora in nero, in segno di lutto.

Oltre alla passione per la montagna, Arianna era impegnata da più di dieci anni nella squadra locale di broomball “B. C. Linci”, dove giocava come attaccante. “Giocava con noi da una vita. Ha iniziato quando aveva 16-17 anni”, ricorda ancora Zampedri, capitana della squadra, che la conosce da quando aveva 14 anni e giocavano a calcio insieme. “Era una persona indescrivibile, al tempo stesso lucida, intelligente e matura e pazza, socievole, allegra ed esplosiva. Una persona particolarissima, ma che è stato un onore conoscere. Dava sempre qualcosa, i momenti passati con lei lasciavano sempre tutti di buon umore. Era una persona speciale”.

Quando la squadra ha ricevuto la notizia, il primo pensiero è stato “Non è possibile, non a lei”. “Era sempre attenta quando andava in montagna”, precisa la capitana della squadra di broomball. “Domenica dovremmo giocare. Oggi decideremo se sospendere la partita o dedicarla a lei”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina