In “Servire gli altri” una parte delle omelie pronunciate quand’era arcivescovo di Buenos Aires
Il grande successo editoriale di vendite dei libri di papa Francesco non solo tra i cristiani, ma anche nelle file dei cosiddetti non credenti, ha spinto qualche editore a una sorta di ricerca a ritroso del pensiero e della pastorale di Bergoglio. E’ il caso di un agile volumetto (Servire gli altri. Memoria e cammino di speranza, Jaca Book, pp. 91, 12 euro) che raccoglie una parte delle omelie pronunciate dall’allora arcivescovo di Buenos Aires in un arco di tempo che va dagli anni ’90 al 2004. Un florilegio che anche a distanza di tempo mostra una stringente attualità.
E quello che risalta immediatamente è una perfetta continuità – nei toni, nei contenuti, persino nello stile – con quello che è stato definito, anche da personalità del mondo laico, lo slancio profetico di papa Francesco. E’ il porre l’accento sulle persone, viste non come un popolo indifferenziato, ma ognuna con la propria precipua, irriducibile e concreta personalità. “Ognuno di noi – osserva Bergoglio – deve recuperare sempre più concretamente la propria identità personale come cittadino, ma orientato al bene comune”. E qui, cittadino è da intendersi proprio nel senso etimologico del termine, dal latino citatorium. “Cittadino è il convocato, il chiamato al bene comune, convocato perché si associ in vista del bene comune”.
Immaginiamo il cardinale che visita costantemente i barrios della Grande Buenos Aires, si ferma e si intrattiene con la gente più semplice e che viaggia, nei suoi spostamenti, in metropolitana, un approccio abituale e nel solco della spontaneità.
Per Bergoglio la democrazia (e l’Argentina era uscita da poco, in quel periodo, da una terribile dittatura militare) deve sostanziarsi nel protagonismo popolare di tutti i giorni, nel senso di cittadinanza attiva e democrazia partecipata, altrimenti la democrazia rimane un guscio vuoto. “Per formare comunità ciascuno ha un munus, un ufficio, un compito, un obbligo, un darsi, un impegnarsi, un dedicarsi agli altri”, scrive.
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