Pubblichiamo volentieri la testimonianza di gruppo di giovani delle parrocchia della Visitazione di Maria Santissima di Gardolo che, quest’estate, seguendo l’appello lanciato durante la GMG di Cracovia da Papa Francesco, hanno raggiunto Assisi in bicicletta.
“Non siate giovani-divano. Siate protagonisti della storia e lasciate un’impronta!” aveva detto Papa Francesco alla Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, l’anno scorso. Ebbene, dopo 563 chilometri in bicicletta sulle strade che da Gardolo ci hanno portato fino ad Assisi, mi azzardo a pensare che siamo riusciti a mettere in pratica questo invito…almeno per una settimana!
Siamo un piccolo gruppo di giovani della parrocchia della Visitazione di Maria Santissima in Gardolo, uniti dall’amicizia nata negli ambienti del nostro oratorio (soprattutto il campetto…). E proprio qui, tra una partita e l’altra, è nata anche quest’idea un po’ matta: perché non organizzare una qualche avventura di più giorni, qualcosa che poi ci ricorderemo per un bel pezzo?
Ridendo e scherzando, prima in modo puramente ipotetico, poi sempre più concretamente, abbiamo cominciato a delineare i contorni di tale “impresa”; abbiamo scelto una meta, Assisi, per partire con un obiettivo ben preciso da raggiungere; ci siamo auto-finanziati grazie all’aiuto di tante persone generose, della parrocchia e non solo; abbiamo curato la logistica e trovato vari punti d’appoggio lungo la via. Come non accennare poi ai chilometri e chilometri percorsi in fase di allenamento, su e giù per le nostre valli? Perché va bene la buona volontà, ma le gambe devono pur girare…
Sabato 29 luglio al termine della messa prefestiva, il nostro cappellano don Riccardo ha benedetto noi, le nostre biciclette e anche il furgone-ammiraglia, guidato da due volenterosi genitori. Stretti nell’abbraccio della nostra comunità, abbiamo sentito il sostegno dell’affetto e della preghiera!
Così, ai primi albori di lunedì 31 luglio siamo partiti dalla piazza della chiesa alla volta del Centro Italia, consapevoli della lunghezza della strada, ma carichi di adrenalina e desiderosi di fare qualcosa di grande. Sul nostro percorso abbiamo incontrato svariate persone, storie di vita, parrocchie, ordini religiosi, città grandi e paesini sconosciuti. Superata Verona ci siamo diretti in mezzo alla campagna veneta; varcato il Po abbiamo poi toccato Ferrara e Ravenna, per poi proseguire lungo il litorale adriatico fino a Pesaro. Da lì abbiamo virato verso l’entroterra facendo tappa nel borgo medievale di Cagli (PU), per poi scollinare, sabato mattina, su Gubbio e la meravigliosa Umbria.
In tarda mattinata siamo giunti alle pendici del monte Subasio e, appena vista la Basilica di San Francesco sopra le nostre teste, ci siamo fiondati in uno scatto finale fino alla meta tanto attesa. Indicibile la gioia di essere arrivati fin lassù, non tanto perché ciò equivaleva al termine delle fatiche, ma soprattutto per la soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo con la grinta e l’entusiasmo di giovani che vogliono veramente mettersi in gioco nella vita.
Raggiunti i genitori, venuti a “raccoglierci” ad Assisi, abbiamo trascorso insieme il fine settimana nella città serafica visitando i luoghi dei santi Francesco e Chiara. Domenica dopo la Messa abbiamo concluso insieme l’avventura-pellegrinaggio consegnando al Santo le intenzioni di preghiera affidateci dalla nostra gente e ricevendo la benedizione nella cripta della Basilica.
È stata un’esperienza indimenticabile, sia per la fatica, sia per il gran caldo e sia anche per gli inevitabili imprevisti, con le forature sempre pronte a punirti nel momento in cui pensi “Però, che bello, sta andando tutto liscio”, ma soprattutto per l’amicizia e per la grande gioia, data dall’aver trascorso una settimana insieme, mettendo in pratica l’esortazione del Papa, che è poi riflesso dell’invito di Gesù a vivere in pienezza, prendere il largo nelle nostre vite!
Il ciclismo in questo senso è un grande maestro di vita, insegna che l’esistenza ha un senso se vi è una Meta, la quale può essere raggiunta solo accettando la fatica e il sacrificio che a volte essa implica, ma senza paura perché sostenuti l’uno dall’altro e ampiamente ripagati dalla felicità una volta tagliato il traguardo. Infatti, “chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29).
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