Pascoli e speculazioni, la Pat recupera 730 mila euro in tre anni

L’azione di controllo della Provincia Autonoma di Trento su pascoli e alpeggi ha consentito di recuperare 730 mila euro nel triennio 2020-2022. L’attività è stata intensificata per contrastare il fenomeno delle speculazioni messe in atto da aziende senza scrupoli, spesso fittizie o comunque non operanti nel settore agricolo, che puntano ad incassare i cosiddetti ‘premi’ per l’alpeggio senza neppure svolgere tale attività e senza garantire il benessere degli animali. L’attività tradizionale dell’alpeggio è sostenuta infatti, in forma diretta o indiretta, con fondi europei (Feasr e Feaga) e provinciali, ma soprattutto negli ultimi anni sono emersi gravi fenomeni speculativi, favoriti dalle condizioni normative nell’applicazione dei pagamenti diretti della Politica Agricola Comune (Pac), con ripercussioni negative per gli allevatori locali e per l’economia di montagna in generale.

Per questo motivo i controlli sono stati intensificati su precisa indicazione della Giunta provinciale, che nel maggio 2022 ha approvato un atto di indirizzo per l’avvio di un sistema di controlli sui capi portati in alpeggio, sulle superfici effettivamente utilizzate, sulle condizioni degli animali e sul rispetto delle norme in materia di lavoro, basato sul lavoro di rete tra Corpo forestale del Trentino, Agenzia provinciale per i pagamenti (Appag) e servizi veterinari dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss).

I dati relativi a queste attività di controllo dei pascoli e in particolare delle greggi di ovicaprini destinati all’alpeggio in Trentino sono stati presentati questa mattina dall’assessora provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli. “Abbiamo messo in campo interventi mirati, che hanno portato ad una maggiore qualità nella gestione del pascolo da parte delle aziende, benefici sulla concorrenza e una crescita dell’attenzione al benessere animale e alla gestione dei capi al pascolo” ha spiegato Zanotelli, che era affiancata dai dirigenti Giovanni Giovannini (Servizio foreste), Pietro Molfetta (Appag) e dal direttore dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica veterinaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, Roberto Tezzele.

L’assessora Zanotelli ha richiamato le misure adottate dalla Provincia, per quanto di sua competenza, per contrastare le possibili speculazioni ed evitare forzature da parte di chi guarda ai pascoli come strumento per ottenere i pagamenti diretti previsti dalla PAC mediante il minimo impegno nell’attività di alpeggio. Nel corso di questa legislatura è stato portato a compimento il progetto dello “Schedario provinciale dei pascoli”, per completare e supportare le iniziative già intraprese per favorire la corretta gestione delle malghe e degli alpeggi avviate con l’approvazione – avvenuta nel 2015 – del disciplinare tecnico-economico e delle linee guida per l’affidamento delle malghe di proprietà pubblica. In collaborazione con l’Ente italiano di normazione (Uni) è stata inoltre definita e pubblicata la Prassi di riferimento denominata ”Malghe e pascoli – Linee guida per la gestione delle malghe e dei pascoli d’alpeggio”. E sono state approvate diverse norme attuative di dettaglio finalizzate alla corretta gestione del pascolo, come ad esempio la fissazione di limiti temporali al pascolamento (che deve avvenire nel periodo compreso tra giugno e settembre).

Nel triennio considerato (2020-2022), i controlli compiuti da Corpo forestale e Appag con la collaborazione dell’Azienda sanitaria hanno così consentito di recuperare una somma complessiva pari a quasi 730 mila euro (729.994,45): si tratta di riduzioni per circa 400 mila euro (quindi mancati pagamenti) e sanzioni per oltre 330 mila euro (che vanno ulteriormente a ridurre o ad annullare i pagamenti richiesti).

L’abbinamento di contestazione amministrative e di atti d’indagine condotti dal Corpo forestale – quale organo di polizia giudiziaria – ha permesso di procedere alla contestazione di diverse irregolarità, con la conseguente sospensione o riduzione dei premi pagabili.

Nel 2020 i 9 controlli congiunti durante la stagione di alpeggio hanno consentito di contestare superfici non utilizzate per 641,96 ettari e di recuperare la somma di 124.386 euro (tra riduzione dei premi pagabili di 73 mila euro e sanzioni per 51.480 euro); nel 2020 i controlli congiunti sono stati 16 e hanno consentito di contestare superfici per 942,40 ettari e di recuperare la somma di 294.408 euro (tra riduzione dei premi pagabili di 138.279 mila euro e sanzioni per 156.129 euro); nel 2022 i 18 controlli congiunti hanno consentito di contestare superfici per 1.062,53 ettari e di recuperare la somma di 311.199 euro (tra riduzione dei premi pagabili di 185.978 mila euro e sanzioni per 125.221 euro).

Sono stati inoltre rafforzati i controlli sulle greggi ovicaprine in arrivo sul territorio provinciale, nell’ambito della delibera di settore del 2022 che disciplina la monticazione e demonticazione del bestiame. Lo stato sanitario dei capi è stato controllato attraverso verifiche in loco svolte dal Servizio veterinario con il supporto del Corpo forestale del Trentino. La scorsa estate sono state così accertate una violazione di natura penale e 12 violazioni amministrative (6 per irregolarità documentali relative al trasporto; 2 per assenza delle certificazioni sanitarie; 3 relative al benessere animale e 1 per assenza di autorizzazione al trasporto).

 

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