Il Trentino si doterà di un impianto di trattamento dei rifiuti provinciale. Nelle prossime settimane si deciderà come e dove realizzarlo. Questo quanto emerso nella seduta di giovedì 29 dicembre della giunta provinciale.
“Questa mattina – ha esordito il vicepresidente della Provincia di Trento, e assessore provinciale con delega all’ambiente, Mario Tonina – abbiamo preso una decisione importante, con l’approvazione di un conchiuso che è frutto di un lavoro iniziato nel 2021, con la predisposizione del Quinto aggiornamento al Piano provinciale dei rifiuti, approvato preliminarmente a dicembre e poi in via definitiva ad agosto di quest’anno”.
Il lavoro svolto per il Quinto aggiornamento, che ha visto il contributo di Appa, FBK ed Università di Trento, ha proseguito Tonina, ha portato a una conclusione: “La soluzione ai rifiuti in Trentino la si può gestire e la si può garantire con un impianto – ha detto -. Da oggi in poi, l’input che ho avuto dalla giunta è quello di interloquire ulteriormente con il Consiglio delle autonomie, cosa che farò nelle prossime settimane. Non tanto per condividere la realizzazione dell’impianto – perché loro si erano già espressi positivamente – ma anche ulteriori dettagli e soprattutto la collocazione all’interno del territorio trentino”.
La soluzione, secondo Tonina, deve arrivare a breve “sia per ragioni etiche, che impongono ad ogni territorio di gestire in maniera autonoma le proprie quote di rifiuti, sia perché non è più possibile ricorrere alle discariche”.
Lo stato attuale di gestione della filiera dei rifiuti indifferenziati ed ingombranti – riporta la Pat – presenta gravi criticità in conseguenza dell’esaurimento degli spazi disponibili per lo smaltimento dei rifiuti in discarica e della difficoltà concretamente riscontrata di reperire sul mercato fuori provincia impianti per il loro trattamento, con conseguenti incertezze dal punto di vista finanziario che si riverberano sul cittadino, in particolare in termini di determinazione della tariffa, e sulle attività produttive.
Un nodo da risolvere resta quello della collocazione dell’impianto. Nel Quinto aggiornamento viene considerata come idonea l’area di Ischia Podelli, specifica la Pat, che però sottolinea che “altre ipotesi sono ancora possibili e verranno prese in considerazione, in particolare qualora emergessero dal confronto con gli enti locali e anche i soggetti privati interessati alla realizzazione dell’opera”.
“Non escludiamo – ha sottolineato Tonina – la possibilità di valutare nuove aree sulla base di proposte anche provenienti dal mondo imprenditoriale, da attivarsi attraverso eventuali forme di manifestazione di interesse alla realizzazione di impianti di recupero/riciclo dei rifiuti urbani. Un contributo importante potrà venire anche dal confronto con i Comuni del territorio, che avvieremo immediatamente”.
Anche la tecnologia dell’impianto verrà quindi valutata nel dettaglio sulla base delle future proposte progettuali sia dal punto di vista tecnico-economico, sia sanitario-ambientale. Sono state analizzate nel documento sia la tecnologia più consolidata della combustione (termovalorizzatori), sia quella più innovativa della gassificazione.
L’analisi degli scenari ha anche stimato il dimensionamento dell’impianto che dovrà trattare circa 80.000 ton/a di rifiuti urbani in ingresso, tal quali, o 60.000 ton/a di rifiuti pre-trattati. Ulteriori modesti quantitativi potranno essere previsti in progetto per far fronte ai periodi di fermo impianto e per gestire i picchi stagionali di produzione dei rifiuti in provincia.
Lascia una recensione